Matteo 19,10-12 matrimonio, celibato, verginità

Matrimonio, celibato, verginità
(Mt 19,10-12) Gli dissero i discepoli: "Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi". Egli rispose loro: "Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal seno della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire capisca". (CCC n. 1618) Cristo è il centro di ogni vita cristiana. Il legame con lui occupa il primo posto rispetto a tutti gli altri legami, familiari o sociali (Lc 14,26; Mc 10,28-31). Fin dall'inizio della Chiesa, ci sono stati uomini e donne che hanno rinunciato al grande bene del matrimonio per seguire l'Agnello dovunque vada (Ap 14,4), per preoccuparsi delle cose del Signore e cercare di piacergli (1 Cor 7,32), per andare incontro allo sposo che viene (Mt 25,6). Cristo stesso ha invitato certuni a seguirlo in questo genere di vita, di cui egli rimane il modello. (CCC n. 1619) La verginità per il regno dei cieli è uno sviluppo della grazia battesimale, un segno possente della preminenza del legame con Cristo, dell'attesa ardente del suo ritorno, un segno che ricorda pure come il matrimonio sia una realtà del mondo presente che passa (Mc 12,25; 1 Cor 7,31). (CCC n. 1620) Entrambi, il sacramento del Matrimonio e la verginità per il regno di Dio, provengono dal Signore stesso. E' lui che dà loro senso e concede la grazia indispensabile per viverli conformemente alla sua volontà (Mt 19,3-12). La stima della verginità per il regno (LG, 42) e il senso cristiano del matrimonio sono inseparabili e si favoriscono reciprocamente.

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