Matteo 19,22-26 pericolo delle ricchezze

Il pericolo delle ricchezze
(Mt 19,22-26) Udito questo, il giovane se ne andò triste: poiché aveva molte ricchezze. Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli". A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: "Chi si potrà dunque salvare?". E Gesù fissando su di loro lo sguardo, disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". (CCC n. 226) Usare rettamente le cose create: la fede nell'unico Dio ci conduce ad usare tutto ciò che non è lui nella misura in cui ci avvicina a lui, e a staccarcene nella misura in cui da lui ci allontana (Mt 56,29-30; 16,24; 19,23-24). (CCC n. 276) Fedele alla testimonianza della Scrittura, la Chiesa rivolge spesso la sua preghiera al "Dio onnipotente ed eterno", credendo fermamente che "nulla è impossibile a Dio" (Lc 1,37; Gn 18,14; Mt 19,26). (CCC n. 1058) La Chiesa prega perché nessuno si perda: "Signore, [...] non permettere che sia mai separato da te". Se è vero che nessuno può salvarsi da se stesso, è anche vero che Dio "vuole che tutti gli uomini siano salvati" (1 Tm 2,4) e che per lui "tutto è possibile" (Mt 19,26). (CCC n. 268) Di tutti gli attributi divini, nel Simbolo si nomina soltanto l'onnipotenza di Dio: confessarla è di grande importanza per la nostra vita. Noi crediamo che tale onnipotenza è universale, perché Dio, che tutto ha creato (Gn 1,1; Gv 1,3), tutto governa e tutto può; amante, perché Dio è nostro Padre (Mt 6,9); misteriosa, perché soltanto la fede la può riconoscere allorché "si manifesta nella debolezza" (2 Cor 12,9).

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