Matteo 8,1-4 guarigione di un lebbroso

Guarigione di un lebbroso
(Mt 8,1-4) Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: "Signore se vuoi, tu puoi sanarmi". E Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: "Lo voglio, sii sanato". E subito la sua lebbra scomparve. Poi Gesù gli disse: "Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè e ciò serva come testimonianza per loro". (CCC n. 448) Molto spesso, nei Vangeli alcune persone si rivolgono a Gesù chiamandolo "Signore". Questo titolo esprime il rispetto e la fiducia di coloro che si avvicinano a Gesù e da lui attendono aiuto e guarigione (Mt 22,41-46). Pronunciato sotto la mozione dello Spirito Santo, esprime il riconoscimento del mistero divino di Gesù (Lc 1,43; 2,11). Nell'incontro con Gesù risorto, diventa espressione di adorazione: "Mio Signore e mio Dio!" (Gv 20,28). Assume allora una connotazione d'amore e d'affetto che resterà peculiare della tradizione cristiana: "E' il Signore!" (Gv 21,7). (CCC n. 548) I segni compiuti da Gesù testimoniano che il Padre lo ha mandato (Gv 5,36; 10,25). Essi sollecitano a credere in lui. A coloro che gli si rivolgono con fede egli concede ciò che domandano (Mc 5,25-34; 10,52). Allora i miracoli rendono più salda la fede in colui che compie le opere del Padre suo: testimoniano che egli è il Figlio di Dio (Gv 10,31-38). Ma possono anche essere motivo di scandalo (Mt 11,6). Non mirano a soddisfare la curiosità e i desideri di qualcosa di magico. Nonostante i suoi miracoli tanto evidenti, Gesù è rifiutato da alcuni (Gv 11,47-48); lo si accusa perfino di agire per mezzo dei demoni (Mc 3,22).

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