1 Cor 10, 1-6 Cristo roccia spirituale, i padri e noi

Capitolo 10°
(1 Cor 10, 1-6) Cristo roccia spirituale, i padri e noi

[1] Non voglio infatti che ignoriate, o fratelli, che i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti attraversarono il mare, [2] tutti furono battezzati in rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare, [3] tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, [4] tutti bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano infatti da una roccia spirituale che li accompagnava, e quella roccia era il Cristo. [5] Ma della maggior parte di loro Dio non si compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto. [6] Ora ciò avvenne come esempio per noi, perché non desiderassimo cose cattive, come essi le desiderarono. (CCC 697) La nube e la luce. Questi due simboli sono inseparabili nelle manifestazioni dello Spirito Santo. Fin dalle teofanie dell'Antico Testamento, la nube, ora oscura, ora luminosa, rivela il Dio vivente e salvatore, velando la trascendenza della sua gloria: con Mosè sul monte Sinai [Es 24,15-18], presso la tenda del convegno [Es 33,9-10] e durante il cammino nel deserto [Es 40,36-38; 1Cor 10,1-2]; con Salomone al momento della dedicazione del Tempio [1Re 8,10-12]. Ora, queste figure sono portate a compimento da Cristo nello Spirito Santo. È questi che scende sulla Vergine Maria e su di lei stende la “sua ombra”, affinché ella concepisca e dia alla luce Gesù [Lc 1,35]. Sulla montagna della trasfigurazione è lui che viene nella nube che avvolge Gesù, Mosè e Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e “dalla nube” esce una voce che dice: “Questi è il mio Figlio, l'eletto; ascoltatelo” (Lc 9,34-35). Infine, è la stessa nube che sottrae Gesù allo sguardo dei discepoli il giorno dell'Ascensione [At 1,9] e che lo rivelerà Figlio dell'uomo nella sua gloria il giorno della sua venuta [Lc 21,27]. (CCC 1094) Proprio su questa armonia dei due Testamenti [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 14-16] si articola la catechesi pasquale del Signore [Lc 24,13-49] e in seguito quella degli Apostoli e dei Padri della Chiesa. Tale catechesi svela ciò che rimaneva nascosto sotto la lettera dell'Antico Testamento: il mistero di Cristo. Essa è chiamata “tipologica” in quanto rivela la novità di Cristo a partire dalle “figure” (tipi) che lo annunziavano nei fatti, nelle parole e nei simboli della prima Alleanza. Attraverso questa rilettura nello Spirito di verità a partire da Cristo, le figure vengono svelate [2Cor 3,14-16]. Così, il diluvio e l'arca di Noè prefiguravano la salvezza per mezzo del Battesimo [1Pt 3,21], come pure la Nube e la traversata del Mar Rosso; l'acqua dalla roccia era figura dei doni spirituali di Cristo [1Cor 10,1-6]; la manna nel deserto prefigurava l'Eucaristia, “il vero Pane dal cielo” [Gv 6,32]. (CCC 694) L'acqua. Il simbolismo dell'acqua significa l'azione dello Spirito Santo nel Battesimo, poiché dopo l'invocazione dello Spirito Santo essa diviene il segno sacramentale efficace della nuova nascita: come la gestazione della nostra prima nascita si è operata nell'acqua, allo stesso modo l'acqua battesimale significa realmente che la nostra nascita alla vita divina ci è donata nello Spirito Santo. Ma “battezzati in un solo Spirito”, noi “ci siamo” anche “abbeverati a un solo Spirito” (1Cor 12,13): lo Spirito, dunque, è anche personalmente l'Acqua viva che scaturisce da Cristo crocifisso come dalla sua sorgente [Gv 19,34; 1Gv 5,8] e che in noi zampilla per la vita eterna [Gv 4,10-14; 7,38; Es 17,1-6; Is 55,1; Zc 14,8; 1Cor 10,4; Ap 21,6; 22,17].

Post più popolari