1 Cor 15, 1-5 Cristo risuscitò secondo le scritture

Capitolo 15°
(1 Cor 15, 1-5) Cristo risuscitò secondo le scritture

[1] Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, [2] e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano! [3] Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, [4] fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, [5] e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. (CCC 186) Fin dalle origini, la Chiesa apostolica ha espresso e trasmesso la propria fede in formule brevi e normative per tutti [Rm 10,9; 1Cor 15,3-5]. Ma molto presto la Chiesa ha anche voluto riunire l'essenziale della sua fede in compendi organici e articolati, destinati in particolare ai candidati al Battesimo […]. (CCC 639) Il mistero della risurrezione di Cristo è un avvenimento reale che ha avuto manifestazioni storicamente constatate, come attesta il Nuovo Testamento. Già verso l'anno 56 san Paolo può scrivere ai cristiani di Corinto: “Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici” (1Cor 15,3-4). L'Apostolo parla qui della tradizione viva della risurrezione che egli aveva appreso dopo la sua conversione alle porte di Damasco [At 9,3-18]. (CCC 652) La risurrezione di Cristo è compimento delle promesse dell'Antico Testamento [Lc 24,26-27.44-48 ] e di Gesù stesso durante la sua vita terrena [Mt 28,6; Mc 16,7; Lc 24,6-7]. L'espressione “secondo le Scritture (1Cor 15,3-4; Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150) indica che la risurrezione di Cristo realizzò queste predizioni. (CCC 519) Tutta la ricchezza di Cristo è destinata ad ogni uomo e costituisce il bene di ciascuno [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 11]. Cristo non ha vissuto la sua vita per sé, ma per noi, dalla sua incarnazione “per noi uomini e per la nostra salvezza” (Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150) fino alla sua morte “per i nostri peccati” (1Cor 15,3) e alla sua risurrezione “per la nostra giustificazione” (Rm 4,25). E anche adesso, è nostro avvocato “presso il Padre (1Gv 2,1), “essendo sempre vivo per intercedere” a nostro favore (Eb 7,25). Con tutto ciò che ha vissuto e sofferto per noi una volta per tutte, egli resta sempre “al cospetto di Dio in nostro favore” (Eb 9,24).

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