1 Cor 15, 42-49 Il primo e il nuovo Adamo

(1 Cor 15, 42-49) Il primo e il nuovo Adamo
[42] Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile; [43] si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza; [44] si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale. Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che [45] il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. [46] Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. [47] Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo. [48] Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti. [49] E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste. (CCC 410) Dopo la caduta, l'uomo non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, [Gen 3,9] e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l'uomo sarà sollevato dalla caduta [Gen 3,15]. Questo passo della Genesi è stato chiamato “protovangelo”, poiché è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei. (CCC 411) La Tradizione cristiana vede in questo passo un annunzio delnuovo Adamo” [1Cor 15,21-22.45], che, con la sua obbedienza “fino alla morte di croce” (Fil 2,8), ripara sovrabbondantemente la disobbedienza di Adamo [Rm 5,19-20]. Inoltre, numerosi Padri e dottori della Chiesa vedono nella Donna annunziata nel “protovangelo” la Madre di Cristo, Maria, come “nuova Eva”. Ella è stata colei che, per prima e in una maniera unica, ha beneficiato della vittoria sul peccato riportata da Cristo: è stata preservata da ogni macchia del peccato originale [Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus: DS 2803] e, durante tutta la sua vita terrena, per una speciale grazia di Dio, non ha commesso alcun peccato [Concilio di Trento: DS 1573]. (CCC 364) Il corpo dell'uomo partecipa alla dignità di “immagine di Dio”: è corpo umano proprio perché è animato dall'anima spirituale, ed è la persona umana tutta intera ad essere destinata a diventare, nel Corpo di Cristo, il tempio dello Spirito [1Cor 6,19-20; 15,44-45]. “Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi, attraverso di lui, toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. Allora, non è lecito all'uomo disprezzare la vita corporale; egli anzi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 14]. (CCC 365) L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima come la “forma” del corpo [Concilio di Vienne (1312): DS 902]; ciò significa che grazie all'anima spirituale il corpo composto di materia è un corpo umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura. (CCC 504) Gesù è concepito per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria perché egli è il nuovo Adamo [1Cor 15,45] che inaugura la nuova creazione: “Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo” (1Cor 15,47). L'umanità di Cristo, fin dal suo concepimento, è ricolma dello Spirito Santo perché Dio gli “dà lo Spirito senza misura (Gv 3,34). “Dalla pienezza” di lui, capo dell'umanità redenta [Col 1,18], “noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia” (Gv 1,16).

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