1 Cor 16, 5-12 Timòteo: non mancate di riguardo

(1 Cor 16, 5-12) Timòteo: non mancate di riguardo
[5] Verrò da voi dopo aver attraversato la Macedonia, poiché la Macedonia intendo solo attraversarla; [6] ma forse mi fermerò da voi o anche passerò l'inverno, perché siate voi a predisporre il necessario per dove andrò. [7] Non voglio vedervi solo di passaggio, ma spero di trascorrere un pò di tempo con voi, se il Signore lo permetterà. [8] Mi fermerò tuttavia a Efeso fino a Pentecoste, [9] perché mi si è aperta una porta grande e propizia, anche se gli avversari sono molti. [10] Quando verrà Timòteo, fate che non si trovi in soggezione presso di voi, giacché anche lui lavora come me per l'opera del Signore. [11] Nessuno dunque gli manchi di riguardo; al contrario, accomiatatelo in pace, perché ritorni presso di me: io lo aspetto con i fratelli. [12] Quanto poi al fratello Apollo, l'ho pregato vivamente di venire da voi con i fratelli, ma non ha voluto assolutamente saperne di partire ora; verrà tuttavia quando gli si presenterà l'occasione. (CCC 1590) San Paolo dice al suo discepolo Timòteo: “Ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l'imposizione delle mie mani” (2Tm 1,6), e: “Se uno aspira all'Episcopato, desidera un nobile lavoro” (1Tm 3,1). A Tito diceva: “Per questo ti ho lasciato a Creta, perché regolassi ciò che rimane da fare e perché stabilissi presbiteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato” (Tt 1,5). (CCC 162) La fede è un dono che Dio fa all'uomo gratuitamente. Noi possiamo perdere questo dono inestimabile. San Paolo, a questo proposito, mette in guardia Timòteo: Combatti “la buona battaglia con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede” (1Tm 1,18-19). Per vivere, crescere e perseverare nella fede sino alla fine, dobbiamo nutrirla con la Parola di Dio; dobbiamo chiedere al Signore di accrescerla [Mc 9,24; Lc 17,5; 22,32]; essa deve operare “per mezzo della carità” (Gal 5,6) [Gc 2,14-26], essere sostenuta dalla speranza [Rm 15,13] ed essere radicata nella fede della Chiesa. (CCC 1269) Divenuto membro della Chiesa, il battezzato non appartiene più a se stesso [1Cor 6,19], ma a colui che è morto e risuscitato per noi [2Cor 5,15]. Perciò è chiamato a sottomettersi agli altri [Ef 5,21; 1 Cor 16,15-16], a servirli [Gv 13,12-15] nella comunione della Chiesa, ad essere “obbediente” e “sottomesso” ai capi della Chiesa [Eb 13,17], e a trattarli “con rispetto e carità” [1Ts 5,12-13]. Come il Battesimo comporta responsabilità e doveri, allo stesso modo il battezzato fruisce anche di diritti in seno alla Chiesa: quello di ricevere i sacramenti, di essere nutrito dalla Parola di Dio e sostenuto dagli altri aiuti spirituali della Chiesa [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 37; CIC canoni 208-223; CCEO canone 675, § 2].

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