1 Cor 11, 30-34 Per non essere condannati

(1 Cor 11, 30-34) Per non essere condannati
[30] È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. [31] Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; [32] quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati insieme con questo mondo. [33] Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. [34] E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta. (CCC 1486) Il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo è accordato mediante un sacramento apposito chiamato sacramento della Conversione, della Confessione, della Penitenza o della Riconciliazione. (CCC 1489) Ritornare alla comunione con Dio dopo averla perduta a causa del peccato, è un movimento nato dalla grazia di Dio ricco di misericordia e sollecito per la salvezza degli uomini. Bisogna chiedere questo dono prezioso per sé e per gli altri. (CCC 1493) Colui che vuole ottenere la riconciliazione con Dio e con la Chiesa, deve confessare al sacerdote tutti i peccati gravi che ancora non ha confessato e di cui si ricorda dopo aver accuratamente esaminato la propria coscienza. Sebbene non sia in sé necessaria, la confessione delle colpe veniali è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa. (CCC 1496) Gli effetti spirituali del sacramento della Penitenza sono: la riconciliazione con Dio mediante la quale il penitente ricupera la grazia; la riconciliazione con la Chiesa; la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali; la remissione, almeno in parte, delle pene temporali, conseguenze del peccato; la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione spirituale; l'accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano. (CCC 1509) “Guarite gli infermi!” (Mt 10,8). La Chiesa ha ricevuto questo compito dal Signore e cerca di attuarlo sia attraverso le cure che presta ai malati sia mediante la preghiera di intercessione con la quale li accompagna. Essa crede nella presenza vivificante di Cristo, medico delle anime e dei corpi. Questa presenza è particolarmente operante nei sacramenti e in modo tutto speciale nell'Eucaristia, pane che dà la vita eterna [Gv 6,54.58] e al cui legame con la salute del corpo san Paolo allude [1 Cor 11,30].

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