2 Co 2, 6-10 Far prevalere carità e perdono

(2 Co 2, 6-10) Far prevalere carità e perdono
[6] Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, [7] cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte. [8] Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; [9] e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. [10] A chi voi perdonate, perdono anch'io; (CCC 2608) Fin dal discorso della montagna, Gesù insiste sulla conversione del cuore: la riconciliazione con il fratello prima di presentare un'offerta sull'altare [Mt 5,23-24], l'amore per i nemici e la preghiera per i persecutori [Mt 5,44-45], la preghiera al Padre “nel segreto” (Mt 6,6), senza sprecare molte parole [Mt 6,7], il perdono dal profondo del cuore nella preghiera [Mt 6,14-15], la purezza del cuore e la ricerca del Regno [Mt 6,21.25.33]. Tale conversione è tutta orientata al Padre: è filiale. (CCC 986) Secondo la volontà di Cristo, la Chiesa possiede il potere di perdonare i peccati dei battezzati e lo esercita per mezzo dei vescovi e dei sacerdoti normalmente nel sacramento della Penitenza. (CCC 987) «I sacerdoti e i sacramenti sono gli strumenti per il perdono dei peccati; strumenti per mezzo dei quali Gesù Cristo, autore e dispensatore della salvezza, opera in noi la remissione dei peccati e genera la grazia» (Catechsmo Romano, 1, 11, 6). (CCC 1694) Incorporati a Cristo per mezzo del Battesimo [Rm 6,5], i cristiani sono “morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Rm 6,11), partecipando così alla vita del Risorto [Col 2,12]. Alla sequela di Cristo e in unione con lui [Gv 15,5], i cristiani possono farsi imitatori di Dio, quali figli carissimi, e camminare “nella carità (Ef 5,1), conformando i loro pensieri, le loro parole, le loro azioni ai “sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5) e seguendone gli esempi [Gv 13,12-16].

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