2 Co 7, 12-16 Sollecitudine davanti a Dio

(2 Co 7, 12-16) Sollecitudine davanti a Dio
[12] Così se anche vi ho scritto, non fu tanto a motivo dell'offensore o a motivo dell'offeso, ma perché apparisse chiara la vostra sollecitudine per noi davanti a Dio. [13] Ecco quello che ci ha consolati. A questa nostra consolazione si è aggiunta una gioia ben più grande per la letizia di Tito, poiché il suo spirito è stato rinfrancato da tutti voi. [14] Cosicché se in qualche cosa mi ero vantato di voi con lui, non ho dovuto vergognarmene, ma come abbiamo detto a voi ogni cosa secondo verità, così anche il nostro vanto con Tito si è dimostrato vero. [15] E il suo affetto per voi è cresciuto, ricordando come tutti gli avete obbedito e come lo avete accolto con timore e trepidazione. [16] Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi. (CCC 1435) La conversione si realizza nella vita quotidiana attraverso gesti di riconciliazione, attraverso la sollecitudine per i poveri, l'esercizio e la difesa della giustizia e del diritto [Am 5,24; Is 1,17], attraverso la confessione delle colpe ai fratelli, la correzione fraterna, la revisione di vita, l'esame di coscienza, la direzione spirituale, l'accettazione delle sofferenze, la perseveranza nella persecuzione a causa della giustizia. Prendere la propria croce, ogni giorno, e seguire Gesù è la via più sicura della penitenza [Lc 9,23]. (CCC 239) Chiamando Dio con il nome di “Padre”, il linguaggio della fede mette in luce soprattutto due aspetti: che Dio è origine primaria di tutto e autorità trascendente, e che, al tempo stesso, è bontà e sollecitudine d'amore per tutti i suoi figli. Questa tenerezza paterna di Dio può anche essere espressa con l'immagine della maternità [Is 66,13; Sal 131,2], che indica ancor meglio l'immanenza di Dio, l'intimità tra Dio e la sua creatura. Il linguaggio della fede si rifà così all'esperienza umana dei genitori che, in certo qual modo, sono per l'uomo i primi rappresentanti di Dio. Tale esperienza, però, mostra anche che i genitori umani possono sbagliare e sfigurare il volto della paternità e della maternità. Conviene perciò ricordare che Dio trascende la distinzione umana dei sessi. Egli non è né uomo né donna, egli è Dio. Trascende pertanto la paternità e la maternità umane [Sal 27,10], pur essendone l'origine e il modello [Ef 3,14; Is 49,15]: nessuno è padre quanto Dio. (CCC 886) “I vescovi, singolarmente presi, sono il principio visibile e il fondamento dell'unità nelle loro Chiese particolari” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 23]. In quanto tali “esercitano il loro pastorale governo sopra la porzione del Popolo di Dio che è stata loro affidata”, [Ib.] coadiuvati dai presbiteri e dai diaconi. Ma, in quanto membri del Collegio episcopale, ognuno di loro è partecipe della sollecitudine per tutte le Chiese, [Conc. Ecum. Vat. II, Christus Dominus, 3] e la esercita innanzi tutto “reggendo bene la propria Chiesa come porzione della Chiesa universale”, contribuendo così “al bene di tutto il corpo mistico che è pure il corpo delle Chiese” [Lumen gentium, 23]. Tale sollecitudine si estenderà particolarmente ai poveri [Gal 2,10], ai perseguitati per la fede, come anche ai missionari che operano in tutta la terra.

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