2 Co 8, 10-15 Fate uguaglianza

(2 Co 8, 10-15) Fate uguaglianza
[10] E a questo riguardo vi do un consiglio: si tratta di cosa vantaggiosa per voi, che fin dall'anno passato siete stati i primi, non solo a intraprenderla ma a desiderarla. [11] Ora dunque realizzatela, perché come vi fu la prontezza del volere, così anche vi sia il compimento, secondo i vostri mezzi. [12] Se infatti c'è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede. [13] Qui non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza. [14] Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: [15] Colui che raccolse molto non abbondò, e colui che raccolse poco non ebbe di meno. (CCC 1351) Fin dai primi tempi, i cristiani, insieme con il pane e con il vino per l'Eucarestia, presentano i loro doni perché siano condivisi con coloro che si trovano in necessità. Questa consuetudine della colletta [1Cor 16,1], sempre attuale, trae ispirazione dall'esempio di Cristo che si è fatto povero per arricchire noi [2Cor 8,9]: “I facoltosi e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa; e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno [San Giustino, Apologia, 1, 67: PG, 6, 429]. (CCC 2407) In materia economica, il rispetto della dignità umana esige la pratica della virtù della temperanza, per moderare l'attaccamento ai beni di questo mondo; della virtù della giustizia, per rispettare i diritti del prossimo e dargli ciò che gli è dovuto; e della solidarietà, seguendo la regola aurea e secondo la liberalità del Signore, il quale da ricco che era, si è fatto povero per noi, perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà (2Cor 8,9).

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