Ef 4, 17-24 Rivestire l’uomo nuovo

(Ef 4, 17-24) Rivestire l’uomo nuovo
[17] Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, [18] accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell'ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. [19] Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile. [20] Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, [21] se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, [22] per la quale dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima, l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici [23] e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente [24] e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. (CCC 2475) I discepoli di Cristo hanno rivestito “l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef 4,24). “Deposta la menzogna” (Ef 4,25), essi hanno deposto “ogni malizia e ogni frode e ipocrisia, le gelosie e ogni maldicenza” (1Pt 2,1). (CCC 2518) La sesta beatitudine proclama: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8). I “puri di cuore” sono coloro che hanno accordato la propria intelligenza e la propria volontà alle esigenze della santità di Dio, in tre ambiti soprattutto: la carità, [1Ts 4,3-9; 2Tm 2,22] la castità o rettitudine sessuale, [1Ts 4,7; Col 3,5; Ef 4,19] l'amore della verità e l'ortodossia della fede [Tt 1,15; 1Tm 1,3-4; 2Tm 2,23-26]. C'è un legame tra la purezza del cuore, del corpo e della fede: I fedeli devono credere gli articoli del Simbolo, “affinché credendo, obbediscano a Dio; obbedendo, vivano onestamente; vivendo onestamente, purifichino il loro cuore, e purificando il loro cuore, comprendano quanto credono” [Sant'Agostino, De fide et Symbolo, 10, 25: PL 40, 196]. (CCC 1695) “Giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio” (1Cor 6,11), “santificati” e “chiamati ad essere santi” (1Cor 1,2) i cristiani sono diventati “tempio dello Spirito Santo” (1Cor 6,19). Questo “Spirito del Figlio” insegna loro a pregare il Padre [Gal 4,6] e, essendo diventato la loro vita, li fa agire [Gal 5,25] in modo tale che portino “il frutto dello Spirito” [Gal 5,22] mediante una carità operosa. Guarendo le ferite del peccato, lo Spirito Santo ci rinnova interiormente con una trasformazione spirituale [Ef 4,23], ci illumina e ci fortifica per vivere come “figli della luce” (Ef 5,8), mediante “ogni bontà, giustizia e verità” (Ef 5,9). (CCC 1473) Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le pene temporali del peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell'“uomo vecchio” e a rivestire “l'uomo nuovo” [Ef 4,24].

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