Ef 5, 19 Ricolmi dello Spirito cantando al Signore

(Ef 5, 19) Ricolmi dello Spirito cantando al Signore
Ma siate ricolmi dello Spirito, [19] intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore. (CCC 2641) “Siate ricolmi dello Spirito intrattenendovi a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore” (Ef 5,19) [Col 3,16]. Come gli scrittori ispirati del Nuovo Testamento, le prime comunità cristiane rileggono il libro dei Salmi cantando in essi il mistero di Cristo. Nella novità dello Spirito, esse compongono anche inni e cantici ispirandosi all'evento inaudito che Dio ha realizzato nel Figlio suo: la sua incarnazione, la sua morte vincitrice della morte, la sua risurrezione, la sua ascensione alla propria destra [Fil 2,6-11; Col 1,15-20; Ef 5,14; 1Tm 3,16; 6,15-16; 2Tm 2,11-13]. E' da questa “meraviglia” di tutta l'Economia della salvezza che sale la dossologia, la lode di Dio [Ef 1,3-14; 3,20-21; Rm 16,25-27; Gd 24-25]. (CCC 1156) “La tradizione musicale di tutta la Chiesa costituisce un tesoro di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell'arte, specialmente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrale della Liturgia solenne” [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 112]. La composizione e il canto dei Salmi ispirati, frequentemente accompagnati da strumenti musicali, sono già strettamente legati alle celebrazioni liturgiche dell'Antica Alleanza. La Chiesa continua e sviluppa questa tradizione: Intrattenetevi “a vicenda con salmi, inni, cantici spirituali, cantando e inneggiando al Signore con tutto il vostro cuore” (Ef 5,19) [Col 3,16-17]. “Chi canta prega due volte” [Sant'Agostino, Enarratio in Psalmum 72, 1: PL 36, 614]. (CCC 1157) Il canto e la musica svolgono la loro funzione di segni in una maniera tanto più significativa “quanto più sono strettamente uniti all'azione liturgica” [Sacrosanctum concilium, 112], secondo tre criteri principali: la bellezza espressiva della preghiera, l'unanime partecipazione dell'assemblea nei momenti previsti e il carattere solenne della celebrazione. In questo modo essi partecipano alla finalità delle parole e delle azioni liturgiche: la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli: [Sacrosanctum concilium, 112] “Quante lacrime versate ascoltando gli accenti dei tuoi inni e cantici, che risuonavano dolcemente nella tua Chiesa! Una commozione violenta: quegli accenti fluivano nelle mie orecchie e distillavano nel mio cuore la verità, eccitandovi un caldo sentimento di pietà. Le lacrime che scorrevano mi facevano bene [Sant'Agostino, Confessiones, 9, 6, 14: PL 32, 769-770].

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