Gal 3, 15-18 Cristo discendenza di Abramo

(Gal 3, 15-18) Cristo discendenza di Abramo
[15] Fratelli, ecco, vi faccio un esempio comune: un testamento legittimo, pur essendo solo un atto umano, nessuno lo dichiara nullo o vi aggiunge qualche cosa. [16] Ora è appunto ad Abramo e alla sua discendenza che furon fatte le promesse. Non dice la Scrittura: "e ai tuoi discendenti", come se si trattasse di molti, ma e alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. [17] Ora io dico: un testamento stabilito in precedenza da Dio stesso, non può dichiararlo nullo una legge che è venuta quattrocentotrenta anni dopo, annullando così la promessa. [18] Se infatti l'eredità si ottenesse in base alla legge, non sarebbe più in base alla promessa; Dio invece concesse il suo favore ad Abramo mediante la promessa. (CCC 410) Dopo la caduta, l'uomo non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, [Gen 3,9] e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l'uomo sarà sollevato dalla caduta [Gen 3,15]. Questo passo della Genesi è stato chiamato “protovangelo”, poiché è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei. (CCC 411) La Tradizione cristiana vede in questo passo un annunzio del “nuovo Adamo” [1Cor 15,21-22.45], che, con la sua obbedienza “fino alla morte di croce” (Fil 2,8), ripara sovrabbondantemente la disobbedienza di Adamo [Rm 5,19-20]. Inoltre, numerosi Padri e dottori della Chiesa vedono nella Donna annunziata nel “protovangelo” la Madre di Cristo, Maria, come “nuova Eva. Ella è stata colei che, per prima e in una maniera unica, ha beneficiato della vittoria sul peccato riportata da Cristo: è stata preservata da ogni macchia del peccato originale [Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus: DS 2803] e, durante tutta la sua vita terrena, per una speciale grazia di Dio, non ha commesso alcun peccato [Concilio di Trento: DS 1573]. (CCC 705) Sfigurato dal peccato e dalla morte, l'uomo rimane “a immagine di Dio”, a immagine del Figlio, ma è privo “della Gloria di Dio” (Rm 3,23), della “somiglianza”. La Promessa fatta ad Abramo inaugura l'Economia della salvezza, al termine della quale il Figlio stesso assumerà “l'immagine [Gv 1,14; Fil 2,7] e la restaurerà nella “somiglianzacon il Padre, ridonandole la gloria, lo Spirito “che dà la vita”.

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