132. Che cosa rappresenta l'Ascensione? (I parte)


132. Che cosa rappresenta l'Ascensione? (I parte)

(Comp 132) Dopo quaranta giorni da quando si era mostrato agli Apostoli sotto i tratti di un'umanità ordinaria, che velavano la sua gloria di Risorto, Cristo sale al cielo e siede alla destra del Padre. Egli è il Signore che regna ormai con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre. Ci manda il suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerlo un giorno, avendoci preparato un posto.

“In Sintesi”
(CCC 665) L'ascensione di Cristo segna l'entrata definitiva dell'umanità di Gesù nel dominio celeste di Dio da dove ritornerà [At 1,11], ma che nel frattempo lo cela agli occhi degli uomini [Col 3,3]. (CCC 666) Gesù Cristo, Capo della Chiesa, ci precede nel regno glorioso del Padre perché noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di essere un giorno eternamente con lui.

Approfondimenti e spiegazioni
(CCC 659) “Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio” (Mc 16,19). Il corpo di Cristo è stato glorificato fin dall'istante della sua Risurrezione, come lo provano le proprietà nuove e soprannaturali di cui ormai gode in permanenza [Lc 24,31; Gv 20,19.26]. Ma durante i quaranta giorni nei quali egli mangia e beve familiarmente con i suoi discepoli [At 10,41] e li istruisce sul Regno [At 1,3], la sua gloria resta ancora velata sotto i tratti di una umanità ordinaria [Mc 16,12; Lc 24,15; Gv 20,14-15; 21,4]. L'ultima apparizione di Gesù termina con l'entrata irreversibile della sua umanità nella gloria divina simbolizzata dalla nube [At 1,9; Lc 9,34-35; Es 13,22] e dal cielo [Lc 24,51] ove egli siede ormai alla destra di Dio [Mc 16,19; At 2,33; 7,56; Sal 110,1]. In un modo del tutto eccezionale ed unico egli si mostrerà a Paolo “come a un aborto” (1Cor 15,8) in un'ultima apparizione che costituirà Apostolo Paolo stesso [1Cor 9,1; Gal 1,16]. (CCC 660) Il carattere velato della gloria del Risorto durante questo tempo traspare nelle sue misteriose parole a Maria Maddalena: “Non sono ancora salito al Padre: ma va' dai miei fratelli e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20,17). Questo indica una differenza di manifestazione tra la gloria di Cristo risorto e quella di Cristo esaltato alla destra del Padre. L'avvenimento ad un tempo storico e trascendente dell'ascensione segna il passaggio dall'una all'altra.

Per la riflessione
(CCC 661) Quest'ultima tappa rimane strettamente unita alla prima, cioè alla discesa dal cielo realizzata nell'Incarnazione. Solo colui che è “uscito dal Padre” può far ritorno al Padre: Cristo [Gv 16,28]. “Nessuno è mai salito al cielo fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo” (Gv 3,13; cf. Ef 4,8-10). Lasciata alle sue forze naturali, l'umanità non ha accesso alla “Casa del Padre” (Gv 14,2), alla vita e alla felicità di Dio. Soltanto Cristo ha potuto aprire all'uomo questo accesso “per darci la serena fiducia che dove è lui, Capo e Primogenito, saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria” [Prefazio dell'Ascensione del Signore, I: Messale Romano]. [CONTINUA]

(Continua la domanda: Che cosa rappresenta l'Ascensione?)

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