Lc 18, 18-27

Lc 18, 18-27

(Caritas in Veritate 51d) Per salvaguardare la natura non è sufficiente intervenire con incentivi o disincentivi economici e nemmeno basta un'istruzione adeguata. Sono, questi, strumenti importanti, ma il problema decisivo è la complessiva tenuta morale della società. Se non si rispetta il diritto alla vita e alla morte naturale, se si rende artificiale il concepimento, la gestazione e la nascita dell'uomo, se si sacrificano embrioni umani alla ricerca, la coscienza comune finisce per perdere il concetto di ecologia umana e, con esso, quello di ecologia ambientale. È una contraddizione chiedere alle nuove generazioni il rispetto dell'ambiente naturale, quando l'educazione e le leggi non le aiutano a rispettare se stesse.

Famiglia: riconoscerne la soggettività e la priorità sociale

(CDS 252) Il punto di partenza per un corretto e costruttivo rapporto tra la famiglia e la società è il riconoscimento della soggettività e della priorità sociale della famiglia. Il loro intimo rapporto impone che «la società non venga mai meno al suo fondamentale compito di rispettare e di promuovere la famiglia stessa» [570]. La società e, in particolare, le istituzioni statali — nel rispetto della priorità e «antecedenza» della famiglia — sono chiamate a garantire e favorire la genuina identità della vita familiare e a evitare e combattere tutto ciò che la altera e ferisce. Ciò richiede che l'azione politica e legislativa salvaguardi i valori della famiglia, dalla promozione dell'intimità e della convivenza familiare, al rispetto della vita nascente, alla effettiva libertà di scelta nell'educazione dei figli. La società e lo Stato non possono, pertanto, né assorbire, né sostituire, né ridurre la dimensione sociale della famiglia stessa; piuttosto devono onorarla, riconoscerla, rispettarla e promuoverla secondo il principio di sussidiarietà [571].

Note: [570] Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 45: AAS 74 (1982) 136. [571] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 2211.


(Lc 18, 18-27) Che fare per ottenere la vita eterna?

[18] Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?". [19] Gesù gli rispose: "Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. [20] Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre". [21] Costui disse: "Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza". [22] Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi". [23] Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco. [24] Quando Gesù lo vide, disse: "Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. [25] È più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!". [26] Quelli che ascoltavano dissero: "Allora chi potrà essere salvato?". [27] Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

(CDS 174) Il principio della destinazione universale dei beni invita a coltivare una visione dell'economia ispirata a valori morali che permettano di non perdere mai di vista né l'origine, né la finalità di tali beni, in modo da realizzare un mondo equo e solidale, in cui la formazione della ricchezza possa assumere una funzione positiva. La ricchezza, in effetti, presenta questa valenza nella molteplicità delle forme che possono esprimerla come il risultato di un processo produttivo di elaborazione tecnico-economica delle risorse disponibili, naturali e derivate, guidato dall'inventiva, dalla capacità progettuale, dal lavoro degli uomini, e impiegato come mezzo utile per promuovere il benessere degli uomini e dei popoli e per contrastare la loro esclusione e il loro sfruttamento.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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