Gv 6, 59-71

Gv 6, 59-71

(Caritas in Veritate 76c) Lo sviluppo deve comprendere una crescita spirituale oltre che materiale, perché la persona umana è un'«unità di anima e corpo» [156], nata dall'amore creatore di Dio e destinata a vivere eternamente. L'essere umano si sviluppa quando cresce nello spirito, quando la sua anima conosce se stessa e le verità che Dio vi ha germinalmente impresso, quando dialoga con se stesso e con il suo Creatore. Lontano da Dio, l'uomo è inquieto e malato. L'alienazione sociale e psicologica e le tante nevrosi che caratterizzano le società opulente rimandano anche a cause di ordine spirituale.

[156] Conc. Ecum. Vat. II, Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 14.

Chiesa: diritto al riconoscimento giuridico della propria identità

CDS 426) La Chiesa ha diritto al riconoscimento giuridico della propria identità. Proprio perché la sua missione abbraccia tutta la realtà umana, la Chiesa, sentendosi «davvero e intimamente solidale con il genere umano e la sua storia» [870], rivendica la libertà di esprimere il suo giudizio morale su tale realtà ogniqualvolta ciò sia richiesto dalla difesa dei diritti fondamentali della persona o dalla salvezza delle anime [871]. La Chiesa pertanto chiede: libertà di espressione, di insegnamento, di evangelizzazione; libertà di manifestare il culto in pubblico; libertà di organizzarsi e avere propri regolamenti interni; libertà di scelta, di educazione, di nomina e di trasferimento dei propri ministri; libertà di costruire edifici religiosi; libertà di acquistare e di possedere beni adeguati alla propria attività; libertà di associazione per fini non solo religiosi, ma anche educativi, culturali, sanitari e caritativi [872].

Note: [870] Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 1: AAS 58 (1966) 1026. [871] Cfr. CIC, canone 747, § 2; Catechismo della Chiesa Cattolica, 2246. [872] Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera ai Capi di Stato firmatari dell'Atto finale di Helsinki (1º settembre 1980), 4: AAS 72 (1980) 1256-1258.


(Gv 6, 59-71) Signore, tu hai parole di vita eterna

[59] Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. [60] Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?". [61] Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: "Questo vi scandalizza? [62] E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? [63] È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. [64] Ma vi sono alcuni tra voi che non credono". Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. [65] E continuò: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio". [66] Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. [67] Disse allora Gesù ai Dodici: "Forse anche voi volete andarvene?". [68] Gli rispose Simon Pietro: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; [69] noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio". [70] Rispose Gesù: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!". Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.

(CDS 486) I gravi problemi ecologici richiedono un effettivo cambiamento di mentalità che induca ad adottare nuovi stili di vita [1012], «nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti» [1013]. Tali stili di vita devono essere ispirati alla sobrietà, alla temperanza, all'autodisciplina, sul piano personale e sociale. Bisogna uscire dalla logica del mero consumo e promuovere forme di produzione agricola e industriale che rispettino l'ordine della creazione e soddisfino i bisogni primari di tutti. Un simile atteggiamento, favorito da una rinnovata consapevolezza dell'interdipendenza che lega tra loro tutti gli abitanti della terra, concorre ad eliminare diverse cause di disastri ecologici e garantisce una tempestiva capacità di risposta quando tali disastri colpiscono popoli e territori [1014]. La questione ecologica non deve essere affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila: essa deve tradursi, soprattutto, in una forte motivazione per un'autentica solidarietà a dimensione mondiale.

Note: [1012] Cfr. Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 36: AAS 83 (1991) 838-840. [1013] Centesimus annus, 36: AAS 83 (1991) 839. [1014] Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso al Centro delle Nazioni Unite, Nairobi (18 agosto 1985), 5: AAS 78 (1986) 92.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.


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