Gv 7, 1-9

Giovanni 7

Gv 7, 1-9

(Caritas in Veritate 76d) Una società del benessere, materialmente sviluppata, ma opprimente per l'anima, non è di per sé orientata all'autentico sviluppo. Le nuove forme di schiavitù della droga e la disperazione in cui cadono tante persone trovano una spiegazione non solo sociologica e psicologica, ma essenzialmente spirituale. Il vuoto in cui l'anima si sente abbandonata, pur in presenza di tante terapie per il corpo e per la psiche, produce sofferenza. Non ci sono sviluppo plenario e bene comune universale senza il bene spirituale e morale delle persone, considerate nella loro interezza di anima e corpo.

Relazioni armoniche fra Chiesa e Stato: forme stabili e strumenti idonei

(CDS 427) Al fine di prevenire o attutire possibili conflitti tra Chiesa e comunità politica, l'esperienza giuridica della Chiesa e dello Stato ha variamente delineato forme stabili di rapporti e strumenti idonei a garantire relazioni armoniche. Tale esperienza è un punto di riferimento essenziale per tutti i casi in cui lo Stato ha la pretesa di invadere il campo d'azione della Chiesa, ostacolandone la libera attività fino a perseguitarla apertamente o, viceversa, nei casi in cui organizzazioni ecclesiali non agiscano correttamente nei confronti dello Stato.


(Gv 7, 1-9) Gesù Cristo, Messia, «Principe della pace»

[1] Dopo questi fatti Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. [2] Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne; [3] i suoi fratelli gli dissero: "Parti di qui e và nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. [4] Nessuno infatti agisce di nascosto, se vuole venire riconosciuto pubblicamente. Se fai tali cose, manifèstati al mondo!". [5] Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. [6] Gesù allora disse loro: "Il mio tempo non è ancora venuto, il vostro invece è sempre pronto. [7] Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive. [8] Andate voi a questa festa; io non ci vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto". [9] Dette loro queste cose, restò nella Galilea.

(CDS 490) La pace è il traguardo della convivenza sociale, come appare in maniera straordinaria nella visione messianica della pace: quando tutti i popoli si recheranno nella casa del Signore ed Egli indicherà loro le Sue vie, essi potranno camminare lungo i sentieri della pace (cfr. Is 2,2-5). Un mondo nuovo di pace, che abbraccia tutta la natura, è promesso per l'era messianica (cfr. Is 11,6-9) e lo stesso Messia è definito «Principe della pace» (Is 9,5). Laddove regna la Sua pace, laddove essa viene anche parzialmente anticipata, nessuno potrà più gettare il popolo di Dio nella paura (cfr. Sof 3,13). La pace sarà allora duratura, poiché quando il re governa secondo la giustizia di Dio, la rettitudine germoglia e la pace abbonda «finché non si spenga la luna» (Sal 72,7). Dio anela a dare la pace al Suo popolo: «egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, per chi ritorna a lui con tutto il cuore» (Sal 85,9). Il Salmista, ascoltando ciò che Dio ha da dire al Suo popolo sulla pace, ode queste parole: «Misericordia e verità s'incontreranno, giustizia e pace si baceranno» (Sal 85,11).

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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