Gv 7, 10-24

Gv 7, 10-24

(Caritas in Veritate 77a) L'assolutismo della tecnica tende a produrre un'incapacità di percepire ciò che non si spiega con la semplice materia. Eppure tutti gli uomini sperimentano i tanti aspetti immateriali e spirituali della loro vita. Conoscere non è un atto solo materiale, perché il conosciuto nasconde sempre qualcosa che va al di là del dato empirico. Ogni nostra conoscenza, anche la più semplice, è sempre un piccolo prodigio, perché non si spiega mai completamente con gli strumenti materiali che adoperiamo. In ogni verità c'è più di quanto noi stessi ci saremmo aspettati, nell'amore che riceviamo c'è sempre qualcosa che ci sorprende. Non dovremmo mai cessare di stupirci davanti a questi prodigi.

L’osservanza della legge morale garantisce la pacifica convivenza tra i popoli

(CDS 436) Per realizzare e consolidare un ordine internazionale che garantisca efficacemente la pacifica convivenza tra i popoli, la stessa legge morale che regge la vita degli uomini deve regolare anche i rapporti tra gli Stati: «legge morale, la cui osservanza deve venir inculcata e promossa dall'opinione pubblica di tutte le Nazioni e di tutti gli Stati con tale unanimità di voce e di forza, che nessuno possa osare di porla in dubbio o attenuarne il vincolo obbligante» [894]. È necessario che la legge morale universale, scritta nel cuore dell'uomo, venga considerata effettiva e inderogabile quale viva espressione della coscienza che l'umanità ha in comune, una «grammatica» [895] in grado di orientare il dialogo sul futuro del mondo.

Note: [894] Pio XII, Radiomessaggio natalizio (24 dicembre 1941): AAS 34 (1942) 16. [895] Giovanni Paolo II, Discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite per la celebrazione del 50º di fondazione (5 ottobre 1995), 3: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 732.


(Gv 7, 10-24) Tutta la vita dell'uomo è una ricerca di Dio

[10] Ma andati i suoi fratelli alla festa, allora vi andò anche lui; non apertamente però: di nascosto. [11] I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: "Dov'è quel tale?". [12] E si faceva sommessamente un gran parlare di lui tra la folla; gli uni infatti dicevano: "È buono!". Altri invece: "No, inganna la gente!". [13] Nessuno però ne parlava in pubblico, per paura dei Giudei. [14] Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al tempio e vi insegnava. [15] I Giudei ne erano stupiti e dicevano: "Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?". [16] Gesù rispose: "La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. [17] Chi vuol fare la sua volontà, conoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso. [18] Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che l'ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia. [19] Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?". [20] Rispose la folla: "Tu hai un demonio! Chi cerca di ucciderti?". [21] Rispose Gesù: "Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti. [22] Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato. [23] Ora se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché ho guarito interamente un uomo di sabato? [24] Non giudicate secondo le apparenze, ma giudicate con giusto giudizio!".

(CDS 109) La somiglianza con Dio mette in luce che l'essenza e l'esistenza dell'uomo sono costitutivamente relazionate a Dio nel modo più profondo [205]. È una relazione che esiste per se stessa, non arriva, quindi, in un secondo tempo e non si aggiunge dall'esterno. Tutta la vita dell'uomo è una domanda e una ricerca di Dio. Questa relazione con Dio può essere ignorata oppure dimenticata o rimossa, ma non può mai essere eliminata. Fra tutte le creature del mondo visibile, infatti, soltanto l'uomo è «“capace” di Dio» («homo est Dei capax») [206]. La persona umana è un essere personale creato da Dio per la relazione con Lui, che soltanto nella relazione può vivere ed esprimersi e che tende naturalmente a Lui [207].

Note: [205] Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 356. 358. [206] Catechismo della Chiesa Cattolica, titolo del c. 1º, sez. 1ª, parte 1ª; cfr. Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 12: AAS 58 (1966) 1034; Giovanni Paolo II, Lett. enc. Evangelium vitae, 34: AAS 87 (1995) 440. [207] Evangelium vitae, 35: AAS 87 (1995) 440-441; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1721.

Sigle e Abbreviazioni: CDS: Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, “Compendio della Dottrina sociale della Chiesa” LEV, 2004. DSC: Dottrina Sociale della Chiesa. CV: Benedetto XVI, Lettera Enciclica “Caritas in Veritate”, 29. 6. 2009.

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