Gaudium et spes n. 25 e commento CCC
25. Interdipendenza della persona e della umana società.
Superbia ed egoismo pervertono ambiente sociale e strutture
[n. 25e] È certo che i perturbamenti, così frequenti
nell'ordine sociale, provengono in parte dalla tensione che esiste in seno alle
strutture economiche, politiche e sociali. Ma, più radicalmente, nascono dalla
superbia e dall'egoismo umano, che pervertono anche l'ambiente sociale. Là dove
l'ordine delle cose è turbato dalle conseguenze del peccato, l'uomo già dalla
nascita incline al male, trova nuovi incitamenti al peccato, che non possono
esser vinti senza grandi sforzi e senza l'aiuto della grazia.
(CCC 1936) L'uomo, venendo al mondo, non dispone di tutto
ciò che è necessario allo sviluppo della propria vita, corporale e spirituale.
Ha bisogno degli altri. Si notano differenze legate all'età, alle capacità
fisiche, alle attitudini intellettuali o morali, agli scambi di cui ciascuno ha
potuto beneficiare, alla distribuzione delle ricchezze [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 29]. I “talenti” non
sono distribuiti in misura eguale [Mt 25,14-30; Lc 19,11-27]. (CCC 386) Nella storia dell'uomo è presente il peccato: sarebbe
vano cercare di ignorarlo o di dare altri nomi a questa oscura realtà. Per
tentare di comprendere che cosa sia il peccato, si deve innanzi tutto
riconoscere il profondo legame dell'uomo
con Dio, perché, al di fuori di questo rapporto, il male del peccato non
può venire smascherato nella sua vera identità di rifiuto e di opposizione a Dio,
mentre continua a gravare sulla vita dell'uomo e sulla storia. (CCC 387) La realtà del peccato, e più particolarmente del
peccato delle origini, si chiarisce soltanto alla luce della rivelazione
divina. Senza la conoscenza di Dio che essa ci dà, non si può riconoscere
chiaramente il peccato, e si è tentati di spiegarlo semplicemente come un
difetto di crescita, come una debolezza psicologica, un errore, come
l'inevitabile conseguenza di una struttura sociale inadeguata, ecc. Soltanto
conoscendo il disegno di Dio sull'uomo, si capisce che il peccato è un abuso di
quella libertà che Dio dona alle persone create perché possano amare lui e
amarsi reciprocamente. (CCC 379) Per il peccato dei nostri progenitori andrà
perduta tutta l'armonia della giustizia originale che Dio, nel suo disegno,
aveva previsto per l'uomo.