Gaudium et spes n. 26 e commento CCC
26. Promuovere il bene comune.
Ordine delle cose subordinato all'ordine delle persone
[n. 26c] L'ordine sociale pertanto e il suo progresso
debbono sempre lasciar prevalere il bene delle persone, poiché l'ordine delle
cose deve essere subordinato all'ordine delle persone e non l'inverso, secondo
quanto suggerisce il Signore stesso quando dice che il sabato è fatto per
l'uomo e non l'uomo per il sabato (48).
Note: (48) Cf. Mc 2,27.
(CCC 1930) Il rispetto della persona umana implica il
rispetto dei diritti che scaturiscono dalla sua dignità di creatura. Questi
diritti sono anteriori alla società e ad essa si impongono. Essi sono il
fondamento della legittimità morale di ogni autorità: una società che li irrida
o rifiuti di riconoscerli nella propria legislazione positiva, mina la propria
legittimità morale [Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris, 61]. Se manca tale rispetto, un'autorità non può
che appoggiarsi sulla forza o sulla violenza per ottenere l'obbedienza dei
propri sudditi. E' compito della Chiesa richiamare alla memoria degli uomini di
buona volontà questi diritti e distinguerli dalle rivendicazioni abusive o
false. (CCC 1931) Il rispetto della persona umana non può assolutamente
prescindere dal rispetto di questo principio: “I singoli” devono “considerare
il prossimo, nessuno eccettuato, come "un altro se stesso", tenendo
conto della sua vita e dei mezzi necessari per viverla degnamente” [Conc. Ecum.
Vat. II, Gaudium et spes, 27].
Nessuna legislazione sarebbe in grado, da se stessa, di dissipare i timori, i
pregiudizi, le tendenze all'orgoglio e all'egoismo, che ostacolano
l'instaurarsi di società veramente fraterne. Simili comportamenti si superano
solo con la carità, la quale vede in ogni uomo un “prossimo”, un fratello.