Gaudium et spes n. 27 e commento CCC
27. Rispetto della persona umana.
Azioni vergognose che guastano la civiltà e disonorano: aborto (1)
[n. 27c3] Sono certamente vergognose, guastano la
civiltà umana, disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli
che le subiscono e ledono grandemente l'onore del Creatore: l'aborto,
(CCC 2270) La vita umana deve essere
rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento. Dal
primo istante della sua esistenza, l'essere umano deve vedersi riconosciuti i
diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere
innocente alla vita [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Donum vitae, 1, 1]. “Prima di formarti
nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo
consacrato” (Ger 1,5). “Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato
nel segreto, intessuto nelle profondità della terra” (Sal 139,15). (CCC 2271) Fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la
malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato.
Rimane invariabile. L'aborto diretto, cioè voluto come un fine o come un mezzo,
è gravemente contrario alla legge morale: “Non uccidere il bimbo con l'aborto,
e non sopprimerlo dopo la nascita” [Didaché,
2, 2; Lettera dello Pseudo Barnaba,
19, 5; Lettera a Diogneto, 5, 6;
Tertulliano, Apologeticum, 9, 8: PL
1, 371-372]. “Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l'altissima
missione di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo
umano. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima
cura; e l'aborto come l'infanticidio sono abominevoli delitti” [Conc. Ecum.
Vat. II, Gaudium et spes, 51]. (Continua)