Gaudium et spes n. 30 e commento CCC
30. Occorre superare l'etica individualistica.
Nessuno si accontenti di un'etica puramente individualistica
[n. 30a2] La profonda e rapida trasformazione delle cose
esige, con più urgenza, che non vi sia alcuno che, non prestando attenzione al
corso delle cose e intorpidito dall'inerzia, si contenti di un'etica puramente
individualistica.
(CCC 2425) La Chiesa ha rifiutato
le ideologie totalitarie e atee associate, nei tempi moderni, al “comunismo” o
al “socialismo”. Peraltro essa ha pure rifiutato, nella pratica del
“capitalismo”, l'individualismo e il primato assoluto della legge del mercato
sul lavoro umano [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 10; 13; 44]. La regolazione dell'economia
mediante la sola pianificazione centralizzata perverte i legami sociali alla
base; la sua regolazione mediante la sola legge del mercato non può attuare la
giustizia sociale, perché “esistono numerosi bisogni umani che non hanno
accesso al mercato” [Centesimus annus,
34]. E' necessario favorire una ragionevole regolazione del mercato e delle
iniziative economiche, secondo una giusta gerarchia dei valori e in vista del
bene comune. (CCC 2792) Infine, se preghiamo in verità il “Padre nostro”, usciamo
dall'individualismo, perché ne siamo liberati dall'amore che accogliamo. Il
“nostro” dell'inizio della Preghiera del Signore, come il “noi” delle ultime
quattro domande, non esclude nessuno. Perché sia detto in verità, [Mt 5,23-24;
Mt 6,14-16] le nostre divisioni e i nostri antagonismi devono essere superati.