Gaudium et spes n. 35 e commento CCC
35. Norme dell'attività umana.
L'uomo vale più per quello che «è» che per quello che «ha»
[n. 35b] L'uomo
vale più per quello che «è» che per quello che «ha» (61). Parimenti tutto ciò
che gli uomini compiono allo scopo di conseguire una maggiore giustizia, una
più estesa fraternità e un ordine più umano dei rapporti sociali, ha più valore
dei progressi in campo tecnico. Questi, infatti, possono fornire, per così
dire, la base materiale della promozione umana, ma da soli non valgono in
nessun modo a realizzarla.
Note: (61)
Cf. PAOLO VI, Disc. al Corpo diplomatico,
7 genn. 1965: AAS 57 (1965), p. 232.
(CCC 2401) Il settimo comandamento proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo. Esso prescrive la giustizia e la carità nella gestione dei beni materiali e del frutto del lavoro umano. Esige, in vista del bene comune, il rispetto della destinazione universale dei beni e del diritto di proprietà privata. La vita cristiana si sforza di ordinare a Dio e alla carità fraterna i beni di questo mondo.