Commento CCC a YouCat Domanda n. 182 - Parte II.
Ci scusiamo
vivamente con i visitatori, per l’interruzione dei post dal 4 al 15
settembre causata dai gravi ritardi dell'impresa di collegamento a
internet nel riparare i propri guasti e la sua lentezza nel ristabilire le
sue funzioni interrotte.
YOUCAT Domanda n. 182 - Parte II. Per quale ragione i sacri segni della liturgia hanno bisogno anche di parole?
(Risposta Youcat) Celebrare una Liturgia
significa incontrare Dio: lasciarlo operare, ascoltarlo, rispondergli. Un
dialogo di questo tipo si esprime sempre per mezzo di gesti e di parole.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC
1154) La liturgia della Parola è
parte integrante delle celebrazioni sacramentali. Per nutrire la fede dei
credenti, devono essere valorizzati i segni della Parola di Dio: il libro della
Parola (lezionario o evangeliario), la venerazione di cui è fatta oggetto (processione,
incenso, candele), il luogo da cui viene annunziata (ambone), la sua
proclamazione udibile e comprensibile, l'omelia del ministro che ne prolunga la
proclamazione, le risposte dell'assemblea (acclamazioni, salmi di meditazione,
litanie, professione di fede).
Per meditare
(Commento Youcat) Gesù parlò agli uomini con segni e parole.
Così avviene anche nella Chiesa quando il Sacerdote mostra i doni
dell’offertorio e dice: «Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue». È
questa parola che ci fa comprendere che i simboli diventano Sacramenti: simboli
che operano quello che significano.
(Commento CCC) (CCC 1155) Inseparabili in quanto segni e
insegnamento, le parole e le azioni liturgiche lo sono anche in quanto
realizzano ciò che significano. Lo Spirito Santo non si limita a dare
l'intelligenza della Parola di Dio suscitando la fede; attraverso i sacramenti
egli realizza anche le “meraviglie” di Dio annunziate dalla Parola; rende
presente e comunica l'opera del Padre compiuta dal Figlio diletto. (Fine)