Commento CCC a YouCat Domanda n. 222 – Parte I.
YOUCAT Domanda n. 222 - Parte I. Si può amministrare l’Eucaristia anche ai non cattolici?
(Risposta
Youcat) La Comunione è espressione dell’unità del corpo di
Cristo; alla Chiesa cattolica appartiene chi è battezzato, ne condivide la fede
e vive in comunione con essa. Sarebbe una contraddizione nei termini se la
Chiesa invitasse alla comunione persone che (ancora) non condividono la fede e
la vita della Chiesa, e ne sarebbe danneggiata la credibilità del segno dell’Eucaristia.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC
1398) L'Eucaristia e l'unità dei
cristiani. Davanti alla sublimità di questo sacramento, sant'Agostino
esclama: “O sacramentum pietatis! O
signum unitatis! O vinculum caritatis! - O sacramento di pietà! O segno di
unità! O vincolo di carità!” [Sant'Agostino, In Johannis evangelium tractatus, 26, 13: PL 35, 1613; cf. Conc.
Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium,
47]. Quanto più dolorosamente si fanno sentire le divisioni della Chiesa che
impediscono la comune partecipazione alla mensa del Signore, tanto più pressanti
sono le preghiere al Signore perché ritornino i giorni della piena unità di
tutti coloro che credono in lui.
Per meditare
(Commento Youcat a) I fedeli ortodossi possono chiedere di
ricevere la Comunione in una celebrazione cattolica perché condividono la fede
eucaristica della Chiesa cattolica, anche se la loro comunità non è ancora in
perfetta comunione con la Chiesa cattolica. Nel caso di membri di altre
confessioni cristiane la comunione può essere concessa in casi singoli, quando
cioè ci sia una grave emergenza e sia presente la piena fede nella presenza
eucaristica.
(Commento CCC) (CCC
1399) Le Chiese Orientali che non sono nella piena comunione con la Chiesa
cattolica celebrano l'Eucaristia con grande amore. “Quelle Chiese, quantunque
separate, hanno veri sacramenti e soprattutto, in forza della successione
apostolica, il Sacerdozio e l'Eucaristia, per mezzo dei quali restano ancora
unite a noi da strettissimi vincoli” [Conc. Ecum. Vat. II, Unitatis redintegratio, 15]. Quindi “una certa comunicazione nelle
cose sacre”, presentandosi opportune circostanze e con l'approvazione
dell'autorità ecclesiastica, non solo è possibile, ma anche consigliabile” [Unitatis redintegratio, 15]. (Continua)