Commento CCC a YouCat Domanda n. 259
YOUCAT Domanda n. 259 - Parte IV. Qual è la differenza fra il sacerdozio universale di tutti i fedeli e quello ministeriale?
(Risposta
Youcat – ripetizione)
Con il battesimo, Cristo ha fatto di noi un regno di Dio e
«sacerdoti di Dio Padre» (Ap 1, 6). Per effetto del sacerdozio universale ogni
cristiano è chiamato ad operare nel mondo in nome di Dio e a trasmettergli
Benedizione e grazia. Nel cenacolo e in occasione della missione degli
Apostoli, Cristo ha donato ad alcuni un santo mandato per il servizio ai
fedeli; questi Sacerdoti consacrati rappresentano Cristo come pastori del suo
popolo e come capo del suo corpo, la Chiesa.
Riflessione
e approfondimenti
(Commento
CCC) (CCC 1552) Il sacerdozio ministeriale non ha solamente il compito di
rappresentare Cristo - Capo della Chiesa - di fronte all'assemblea dei fedeli;
esso agisce anche a nome di tutta la Chiesa allorché presenta a Dio la
preghiera della Chiesa [Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 33] e soprattutto quando offre il
sacrificio eucaristico [Id., Lumen
gentium, 10]. (CCC 1592) Il sacerdozio ministeriale differisce
essenzialmente dal sacerdozio comune dei fedeli poiché conferisce un potere
sacro per il servizio dei fedeli. I ministri ordinati esercitano il loro
servizio presso il popolo di Dio attraverso l'insegnamento (munus docendi), il culto divino (munus liturgicum) e il governo pastorale
(munus regendi).
Per meditare
(Commento
Youcat) La stessa parola Sacerdote, utilizzata contemporaneamente
per due cose che sono differenti «per essenza e non solo per grado» (Concilio
Vaticano II, LG), dà spesso luogo a fraintendimenti. Da una parte dovremmo
sentire che tutti noi battezzati siamo «sacerdoti», poiché viviamo in Cristo e
partecipiamo a tutto quello che egli è e compie. Perché allora non invochiamo
in continuazione la Benedizione su questo mondo? Dall'altro lato dobbiamo
riscoprire il dono di Dio alla sua Chiesa, cioè i sacerdoti ministeriali, che
rappresentano il Signore stesso fra noi.
(Commento
CCC) (CCC 1553) “A nome di tutta
la Chiesa”. Ciò non significa che i sacerdoti siano i delegati della comunità.
La preghiera e l'offerta della Chiesa sono inseparabili dalla preghiera e
dall'offerta di Cristo, suo Capo. E' sempre il culto di Cristo nella sua Chiesa
e per mezzo di essa. E' tutta la Chiesa, corpo di Cristo, che prega e si offre,
“per ipsum et cum ipso et in ipso” - per lui, con lui e in lui - nell'unità
dello Spirito Santo, a Dio Padre. Tutto il corpo, “Caput et membra” - Capo e membra - prega e si offre; per
questo coloro che, nel corpo, sono i ministri in senso proprio, vengono
chiamati ministri non solo di Cristo, ma anche della Chiesa. Proprio perché
rappresenta Cristo, il sacerdozio ministeriale può rappresentare la Chiesa.