Commento CCC a YouCat Domanda n. 295
YOUCAT Domanda n. 295 - Parte VII. Che cos'è la coscienza?
(Risposta
Youcat – ripetizione)
La coscienza è la voce interiore di un uomo che lo spinge
incondizionatamente a fare il bene e ad evitare incondizionatamente il male; al
tempo stesso è la capacità di discernere l'uno dall'altro, ed è il luogo in cui
Dio parla all'uomo.
Riflessione
e approfondimenti
(Commento
CCC) (CCC 1792) All'origine delle deviazioni del giudizio nella condotta
morale possono esserci la non conoscenza di Cristo e del suo Vangelo, i cattivi
esempi dati dagli altri, la schiavitù delle passioni, la pretesa ad una
malintesa autonomia della coscienza, il rifiuto dell'autorità della Chiesa e
del suo insegnamento, la mancanza di conversione e di carità. (CCC 1793) Se - al contrario - l'ignoranza è
invincibile, o il giudizio erroneo è senza responsabilità da parte del soggetto
morale, il male commesso dalla persona non può esserle imputato. Nondimento
resta un male, una privazione, un disordine. E' quindi necessario adoperarsi
per correggere la coscienza morale dai suoi errori.
Per meditare
(Commento
Youcat) La coscienza è spesso paragonata ad una voce interiore
con la quale Dio stesso si mostra nell'intimo dell'uomo; è Dio che si manifesta
nella coscienza. L'espressione: «In coscienza, non me la sento di fare questo»,
si traduce per un cristiano: «Non posso compiere questo al cospetto del mio
Dio». Per fedeltà alla loro coscienza molti uomini sono finiti in carcere e fin
sul patibolo.
(Commento
CCC) (CCC 1794) La coscienza buona e pura è illuminata dalla fede sincera.
Infatti la carità “sgorga”, ad un tempo, “da un cuore puro, da una buona
coscienza e da una fede sincera” (1Tm 1,5; 3,9; 2Tm 1,3; 1Pt 3,21; At 24,16):
“Quanto più prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi sociali
si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme
oggettive della moralità” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 16].