Natale - Messa dell’Aurora: Andiamo fino a Betlemme
Natale - Messa dell’Aurora: Andiamo fino a Betlemme
Il Padre ha scelto e invitato come primi testimoni della
nascita del suo Figlio Gesù, i poveri e umili pastori. Poi li ha inviati, come
primi protagonisti, ad annunciarla al suo popolo e a tutti gli altri uomini. Il
Signore chiama anche noi a uscire dalle nostre notti umane, dal freddo e dalle nostre
tenebre, per andare con loro verso la luce e la gioia che ci attendono nella
grotta a Betlemme,
Ascoltiamo la Parola di Dio
Is 62, 11-12: “11Ecco ciò che il Signore fa sentire all'estremità
della terra: Dite alla figlia di Sion: "Ecco, arriva il tuo salvatore; ecco, egli ha con sé il premio e la sua
ricompensa lo precede".12Li chiameranno "Popolo santo", "Redenti del Signore". E tu sarai
chiamata Ricercata, "Città non
abbandonata"”.
Tt 3, 4-7: “4Ma quando
apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,5egli
ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua
misericordia, con un'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,6che
Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore
nostro,7affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo,
nella speranza, eredi della vita eterna”.
Lc 2, 15-20: “15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo,
i pastori dicevano l'un l'altro: "Andiamo
dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto
conoscere". 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e
Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo
visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti
quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria,
da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I
pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che
avevano udito e visto, com'era stato detto loro”.
Meditiamo con l’aiuto dello Spirito Santo
A Natale, nella Messa
dell’Aurora, il Vangelo presenta i pastori, primi testimoni della nascita
del Signore Gesù, protagonisti scelti dal Padre. Ha scelto le persone più semplici, povere
e umili, che devono vegliare le greggi altrui, nell’oscurità delle notti più fredde
e solitarie. Il lavoro che svolgono è duro, pericoloso, pesante, male
retribuito. Devono vegliare all’aperto, mentre gli altri dormono nelle loro
case.
Nel colmo della notte fredda e buia, di sorpresa, sono svegliati da
una gran luce e dal canto festoso degli angeli. Discutono se andare a vedere
quello che gli angeli annunziano, poi decidono con il coraggio e la generosità propria
dei poveri: “vediamo
quest’avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”.
La loro fede prevale
su ogni ragionamento ed emozione, perché quando il Signore fa conoscere i suoi avvenimenti, ispira anche iniziative
coraggiose e concrete. Decidono con fede: “Andiamo
a Betlemme”. Il loro “andare” senza indugi, nella notte e con fede, produce
i migliori risultati: “trovarono Maria e
Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Vedono e ascoltano.
Capiscono che, poveri pastori, Dio li ha fatti veramente suoi grandi testimoni:
autentici, credibili, affidabili.
Il messaggio degli angeli li aveva avvertiti
e illuminati ora, però, hanno visto, udito e conosciuto essi stessi quello che il
Signore aveva annunciato mediante i suoi angeli-messaggeri. Ora messaggeri e testimoni son loro. La verità li
rende chiari, decisi e coraggiosi. Riferiscono a tutti tutto quello che hanno
visto e fanno stupire tutti.
Luca descrive tale risultato: “Tutti quelli che udivano si stupirono delle
cose dette loro dai pastori”. È lo stupore che viene dagli interventi
divini. Nella seconda lettura, San Paolo ne dà le ragioni: “lo Spirito Santo, che Dio ha effuso su di
noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro” ci ha
rigenerati, rinnovati e giustificati con la grazia, e fatto veri “eredi della vita eterna”.
Gesù, il
nostro Salvatore ci ha fatti il suo "Popolo
santo". Siamo "Redenti del
Signore". Siamo diventati una città
non abbandonata ma eletta e prediletta.
Ogni anno il Natale ci chiama tutti a
vedere e udire ciò che videro e udirono i pastori. Il Signore illumina con la
sua fede le nostre notti, perché possiamo vedere sempre “più” ciò che è invisibile, conoscere sempre più i suoi misteri, credere
sempre più in lui, verità assoluta, centro e mistero della nostra fede. In lui risiede
la fonte della nostra salvezza e il fondamento
della nostra gioia.
Nella Messa del
giorno approfondiremo ancor più l’inesauribile mistero del Natale. La
profezia isaiana avverte tutti: “Ecco
arriva il tuo Salvatore con il premio e la ricompensa”. S. Paolo precisa ulteriormente:
il Figlio di Dio ci rinnova e rigenera con l’acqua, nello Spirito Santo e ci rende eredi
della sua vita e gloria eterna.
Preghiamo con la Liturgia della Chiesa
Con la loro profondità, le tre orazioni principali della Liturgia completano la conoscenza del mistero
che ci avvolge nella nuova luce di
Cristo: “Signore, Dio Onnipotente, che ci
avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa’ che risplenda nelle
nostre opere il mistero delle fede che rifulge nel nostro spirito”.
Nel pane e nel vino consacrati, noi partecipiamo alla vita
immortale di Cristo uomo e Dio, per
cui chiediamo: “Le nostre offerte, o
Padre, siano degne del mistero che oggi celebriamo; tu che nel Natale ci hai
rivelato il Cristo uomo e Dio, fa’ che nel pane e vino da te consacrati
partecipiamo alla sua vita immortale”.
Nella preghiera conclusiva invochiamo, con la Chiesa, che la
grande profondità del mistero dell’Incarnazione
ci consenta di viverlo ogni giorno con sincerità, generosità, profondità e intensità
d’amore: “O Dio, che ci hai radunato a
celebrare in devota letizia la nascita del tuo Figlio, concedi alla tua Chiesa di
conoscere con la fede le profondità del tuo mistero e di viverlo con amore
intenso e generoso”.
Gualberto Gismondi ofm