Commento CCC a YouCat Domanda n. 448
YOUCAT Domanda n. 448 - Parte II. Povertà e sottosviluppo sono un destino ineluttabile?
(Risposta Youcat - ripetizione) La terra che Dio ci ha
donato è ricca, ed è in grado di offrire a tutti cibo e spazio a sufficienza;
eppure ci sono intere regioni, paesi e continenti in cui gli uomini non hanno
neppure ciò che è più necessario per vivere. Questa sperequazione nel mondo
affonda le sue radici in complessi motivi storici, ma non è ineluttabile. I
paesi ricchi hanno l'obbligo morale di risollevare dalla povertà gli stati
sottosviluppati per mezzo di sostegni allo sviluppo e con la creazione di
giuste condizioni economiche e commerciali.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2439) Le nazioni
ricche hanno una grave responsabilità morale nei confronti di quelle che da
se stesse non possono assicurarsi i mezzi del proprio sviluppo o ne sono state
impedite in conseguenza di tragiche vicende storiche. Si tratta di un dovere di
solidarietà e di carità; ed anche di un obbligo di giustizia, se il benessere
delle nazioni ricche proviene da risorse che non sono state equamente pagate.
Per meditare
(Commento Youcat) Sul nostro
pianeta vivono 1,4 miliardi di persone costrette a vivere con meno di 1 euro al
giorno; soffrono per la carenza di cibo e spesso anche di acqua potabile e in
genere non hanno accesso all'istruzione e all'assistenza medica. È stato
valutato che ogni giorno più di 25.000 persone muoiono a causa della denutrizione,
e molte di queste sono bambini
(Commento CCC) (CCC 2425) La Chiesa ha rifiutato le ideologie totalitarie
e atee associate, nei tempi moderni, al “comunismo” o al “socialismo”. Peraltro
essa ha pure rifiutato, nella pratica del “capitalismo”, l'individualismo e il
primato assoluto della legge del mercato sul lavoro umano [Giovanni Paolo II,
Lett. enc. Centesimus annus, 10; 13;
44]. La regolazione dell'economia mediante la sola pianificazione centralizzata
perverte i legami sociali alla base; la sua regolazione mediante la sola legge
del mercato non può attuare la giustizia sociale, perché “esistono numerosi
bisogni umani che non hanno accesso al mercato” [Centesimus annus, 34]. E' necessario favorire una ragionevole
regolazione del mercato e delle iniziative economiche, secondo una giusta
gerarchia dei valori e in vista del bene comune.