28ª DomTO: Tutto posso in colui che mi dà la forza
28ª DomTO: Tutto posso in colui che mi dà la forza
Come la domenica precedente, abbiamo
un’altra parabola sul Regno. Il Signore
invita generosamente alla gioia e la festa del suo Regno, ma alcuni, con vari
pretesti, rifiutano l’invito. Il Signore,
allora, chiama altri, buoni e cattivi a riempire la sala del banchetto. Solo uno
non indossa l’abito per la festa nuziale e non viene ammesso.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Is 25,6-10: 6Preparerà il Signore
degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse
vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini
raffinati.7Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la
faccia di tutti i popoli e la coltre distesa su tutte le nazioni.8Eliminerà
la morte per sempre. Il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto, l'ignominia
del suo popolo farà scomparire da tutta la terra, poiché il Signore ha parlato.9E
si dirà in quel giorno: "Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché
ci salvasse. Questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci,
esultiamo per la sua salvezza,10poiché la mano del Signore si poserà
su questo monte".
Fil 4,12-14.19-20: Fratelli, 12so vivere nella povertà
come so vivere nell'abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà
e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. 13Tutto posso in colui
che mi dà la forza.14Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alle
mie tribolazioni. 19Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro
bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza, in Cristo Gesù. 20Al
Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen
Mt 22,1-14: In quel tempo, 1Gesù
riprese a parlare loro con parabole (ai capi dei sacerdoti e ai farisei) e
disse: 2"Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una
festa di nozze per suo figlio. 3Egli mandò i
suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. 4Mandò di nuovo altri servi con quest'ordine:
"Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli
animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!". 5Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al
proprio campo, chi ai propri affari; 6altri poi
presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. 7Allora il re si
indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle
fiamme la loro città. 8Poi disse ai suoi servi: "La festa di
nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; 9andate ora ai
crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle
nozze". 10Usciti per le strade, quei servi
radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze
si riempì di commensali. 11Il re entrò per
vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l'abito nuziale. 12Gli disse: "Amico, come mai sei entrato qui
senza l'abito nuziale?". Quello ammutolì. 13Allora il re ordinò
ai servi: "Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà
pianto e stridore di denti". 14Perché molti sono chiamati, ma
pochi eletti".
Meditiamo con lo Spirito Santo
Le letture di questa domenica parlano
di un grande banchetto al quale tutti siamo invitati. Il libro d’Isaia,
descrive il banchetto ricco di vivande e vini raffinati, preparato da Dio, sul
monte santo di Gerusalemme, per tutti i popoli. Il significato è spirituale e
indica che Dio: elimina la morte; asciuga le lacrime; toglie le ignominie. Con
esultanza e gioia, tutti riconoscono che Dio ha operato la salvezza in cui speravano
e che la sua mano si posa veramente sul santo monte: “Ecco, il nostro Dio è il Signore in cui
abbiamo sperato perché ci salvasse; rallegriamoci, esultiamo per la sua
salvezza”.
Il Vangelo presenta, invece, la parabola di Gesù ai capi
dei sacerdoti e i farisei. Il Signore generoso invita a un banchetto di gioia e
di festa nel suo Regno, ma gli invitati rifiutano con vari pretesti: curare i propri affari; lavorare i propri terreni. Alcuni uccidono
i servi che li invitano. Il Signore, allora manda altri servi e invita
tutti, buoni e cattivi a riempire la sala del banchetto. Tra i molti arrivati,
uno non indossa l’abito per le nozze, per cui è allontanato. Il sontuoso
banchetto è più volte presente nei libri sapienziali e profetici dell’Antico Testamento.
Nel libro d’Isaia Dio non offre solo cibi succulenti e vini eccellenti e raffinati, ma elimina la
morte, asciuga le lacrime, toglie l'ignominia del popolo, fa esultare per la salvezza.
Le immagini del banchetto esprimono il progetto del Signore di chiamare tutti i
popoli a gioire della sua grazia, bontà e salvezza. Egli chiama tutti e non
esclude nessuno. A escludersi sono sempre e soltanto gli invitati. Accettare
gli inviti, però, significa corrispondere alle esigenze che essi comportano: la
metanoia ossia il cambiamento di
mentalità, la conversione, il pentimento e ravvedimento.
Nella parabola, l’abito
da festa è un chiaro segno del cambiamento necessario a essere degni dell’invito
ricevuto. Non cambiarsi è trascurarlo. Nella prima lettura le lacrime asciugate
e l’annientamento della morte indicano efficacemente la comunione e la gioia
eterna con Dio.
La seconda lettura si riassume nella frase di Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà la forza”.
Questa convinzione consente, in ogni occasione, disponibilità totale alle
esigenze e agli inviti del Signore. La parabola del Vangelo ricorda un insegnamento
presente anche in altre parabole. Alla salvezza offerta da Cristo ai “primi” del suo popolo, da lui
privilegiati, alcuni rispondono con indifferenza, fastidio, ostilità e
disprezzo, che arrivano anche a forme violente.
Dio, però, non sospende il suo
progetto, ma lo estende e intensifica. Poiché “i primi”, ossia quanti si credono devoti, osservanti e benpensanti
lo rifiutano, si rivolge agli “ultimi”,
i reietti, derelitti, peccatori, piccoli, poveri, emarginati, oppressi,
sofferenti, che vivono nel mondo. Diversamente dai primi, gli ultimi rispondono positivamente,
accorrono, riempiono la sala. Anche tra questi qualcuno s’introduce
ingiustamente, senza mutare abito, ossia senza pentimento né conversione. Il
Signore non lo lascia entrare perché, alla mensa del suo amore e della vita
eterna, tutti devono prepararsi e presentarsi degnamente.
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
La Chiesa prega perché nessuno rifiuti
il banchetto della vita eterna né vi si accosti indegnamente: “O Padre, che inviti il mondo intero alle
nozze del tuo Figlio, donaci la sapienza del tuo Spirito, perché possiamo
testimoniare qual è la speranza della nostra chiamata, e nessun uomo abbia mai
a rifiutare il banchetto della vita eterna o a entrarvi senza l’abito nuziale”.
Insieme alle nostre offerte
chiediamo al Signore che per il suo santo sacrificio accediamo alla gloria del
cielo: “Accogli, Signore, le nostre
offerte e preghiere e fa’ che questo santo sacrificio, espressione perfetta
della nostra fede, ci apra il passaggio alla gloria del cielo”.
La
partecipazione a Cristo cibo di vita, ci
faccia comunicare pienamente con la sua persona: “Padre santo e misericordioso, che ci hai nutriti con il corpo e sangue
del tuo Figlio, per questa partecipazione al suo sacrificio donaci di
comunicare alla sua stessa vita”.
Gualberto Gismondi ofm