Commento CCC a YouCat Domanda n. 487 III + Giovedì Avvento 2ª sett. 14 dic.
YOUCAT Domanda n. 487 - Parte III. Perché dobbiamo pregare Dio per altre persone?
(Risposta Youcat - ripetizione) Come Abramo intercedette
con la sua preghiera in favore degli abitanti di Sodoma, come Gesù pregava per
i suoi discepoli, come la comunità cristiana primitiva prestava attenzione non
solo al proprio bene, ma anche a quello degli altri (Fil 2, 4), allo stesso
modo i cristiani pregano per tutti: per le persone che stanno loro a cuore, per
quelle che sono da loro lontane e addirittura per i loro nemici.
Riflessione e approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2647) La preghiera di
intercessione consiste in una domanda in favore di un altro. Non conosce
frontiere e si estende anche ai nemici.
Per meditare
(Commento Youcat) Quanto meglio impariamo a pregare, tanto più profondamente ci
sentiamo parte di una famiglia spirituale per mezzo della quale la forza della
preghiera diviene efficace; nel preoccuparmi per le persone che amo, mi situo
al centro della famiglia umana, posso ricevere forza dalla preghiera di altri e
invocare per essi l'aiuto divino.
(Commento CCC) (CCC 2636) Le prime
comunità cristiane hanno intensamente vissuto questa forma di condivisione [At
12,5; 20,36; 21,5; 2Cor 9,14]. L'Apostolo Paolo le rende così partecipi del suo
ministero del Vangelo [Ef 6,18-20; Col 4,3-4; 1Ts 5,25], ma intercede anche per
esse [Fil 1,3-4; Col 1,3; 2Ts 1,11]. L'intercessione dei cristiani non conosce
frontiere: “per tutti gli uomini […] per tutti quelli che stanno al potere”
(1Tm 2,1), per coloro che perseguitano [Rm 12,14], per la salvezza di coloro
che rifiutano il Vangelo [Rm 10,1].
(Prossima domanda: Perché dobbiamo rendere grazie a Dio?)
Ogni giorno
pubblichiamo il “Commento quotidiano alle
letture bibliche delle S. Messe” e i commenti al “Catechismo dei giovani (Youcat) fino al loro completamento.
Giovedì Avvento 2ª sett.: Non temere, io ti vengo in aiuto
Le parole
profetiche della prima lettura sconvolgono i nostri modi abituali di pensare.
Nel mondo, ben difficilmente chi si trova in estrema difficoltà trova qualcuno
disposto a colmarlo di attenzione e di beni. Dio, invece, lo fa sempre.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Is 41, 13-20: 13Io sono il Signore,
tuo Dio,che ti tengo per la destra e ti dico: "Non temere, io ti vengo in
aiuto".14Non temere, vermiciattolo di
Giacobbe, larva d'Israele; io vengo in tuo aiuto - oracolo del Signore -, tuo
redentore è il Santo d'Israele. 15Ecco, ti
rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di molte punte; tu trebbierai i
monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula. 16Li
vaglierai e il vento li porterà via, il turbine li disperderà. Tu, invece,
gioirai nel Signore, ti vanterai del Santo d'Israele. 17I miseri e i
poveri cercano acqua, ma non c'è; la loro lingua è riarsa per la sete. Io, il
Signore, risponderò loro, io, Dio d'Israele, non li abbandonerò. 18Farò
scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il
deserto in un lago d'acqua, la terra arida in zona di sorgenti. 19Nel
deserto pianterò cedri, acacie, mirti e ulivi; nella steppa porrò cipressi,
olmi e abeti; 20perché vedano e sappiano, considerino e comprendano
a un tempo che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo
d'Israele.
Mt 11, 11-15: In quel tempo, Gesù disse alle
folle: 11In
verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di
Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di
lui. 12Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei
cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13Tutti i
Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14E, se
volete comprendere, è lui quell'Elia che deve venire. 15Chi ha
orecchi, ascolti!
Meditiamo con lo Spirito Santo
La prima
lettura ci mostra la natura paradossale delle promesse divine. Israele è
diventato una nullità. Ha perso tutta la sua potenza, è stato ridotto quasi al
nulla dai suoi nemici. I termini usati dal profeta: vermiciattolo di Giacobbe, larva d'Israele non consentono dubbi. Si
tratta d’insetti che chiunque può calpestare.
Ebbene, proprio a questa "larva" di popolo il Signore fa promesse che appaiono immediatamente grandiose. Anche per quest’aspetto le immagini appaiono straordinariamente ardite. Un popolo in condizioni così misere come può essere raffigurato a una trebbia dalle punte molto acuminate, capace di stritolare potenti montagne e trasformarle in polvere spazzata via dal vento e dai turbini?
Questa profezia esaspera tutti i contrasti. Come può un popolo fragile e impotente passare, d’un tratto e immediatamente, a tanta potenza e splendore?
Questi fatti riecheggiano le frasi che un giorno Gesù Cristo, il Figlio di Dio, farà risuonare nelle orecchie e nei cuori dei suoi discepoli e delle folle che lo ascoltano: “nulla è impossibile a Dio” e “a Dio tutto è possibile”.
Per rafforzare maggiormente le sue promesse, il Signore suggerisce al profeta di paragonare i beni spirituali che prepara per il suo popolo, alle immagini e alle parole abituali delle sacre Scritture. L’acqua, in primo luogo, e poi gli alberi più belli, maestosi e verdeggianti. Il popolo assetato, riarso dalla sete, perché non trova più l’acqua, potrà contare su sorgenti, ruscelli, fiumi e laghi, sovrabbondanti di freschissime acque.
Il Signore trasformerà il deserto in un bosco e una foresta ricchi di ogni tipo dei migliori alberi. Qui ne indica solo alcuni: cedri, acacie, mirti e ulivi. Nella steppa farà nascere cipressi, olmi e abeti.
Nella sua opera creatrice il Signore arricchì la terra di queste splendide piante, ora, nella sua opera redentrice, ornerà il suo popolo dei beni e delle bellezze per i quali lo aveva creato e che gli attireranno lode, ringraziamento e adorazione.
Nel Vangelo, Gesù insegna ai suoi discepoli che nessuno fu più grande di Giovanni il Battista, tuttavia, il più piccolo del Regno dei cieli è ancora più grande di lui.
Ebbene, proprio a questa "larva" di popolo il Signore fa promesse che appaiono immediatamente grandiose. Anche per quest’aspetto le immagini appaiono straordinariamente ardite. Un popolo in condizioni così misere come può essere raffigurato a una trebbia dalle punte molto acuminate, capace di stritolare potenti montagne e trasformarle in polvere spazzata via dal vento e dai turbini?
Questa profezia esaspera tutti i contrasti. Come può un popolo fragile e impotente passare, d’un tratto e immediatamente, a tanta potenza e splendore?
Questi fatti riecheggiano le frasi che un giorno Gesù Cristo, il Figlio di Dio, farà risuonare nelle orecchie e nei cuori dei suoi discepoli e delle folle che lo ascoltano: “nulla è impossibile a Dio” e “a Dio tutto è possibile”.
Per rafforzare maggiormente le sue promesse, il Signore suggerisce al profeta di paragonare i beni spirituali che prepara per il suo popolo, alle immagini e alle parole abituali delle sacre Scritture. L’acqua, in primo luogo, e poi gli alberi più belli, maestosi e verdeggianti. Il popolo assetato, riarso dalla sete, perché non trova più l’acqua, potrà contare su sorgenti, ruscelli, fiumi e laghi, sovrabbondanti di freschissime acque.
Il Signore trasformerà il deserto in un bosco e una foresta ricchi di ogni tipo dei migliori alberi. Qui ne indica solo alcuni: cedri, acacie, mirti e ulivi. Nella steppa farà nascere cipressi, olmi e abeti.
Nella sua opera creatrice il Signore arricchì la terra di queste splendide piante, ora, nella sua opera redentrice, ornerà il suo popolo dei beni e delle bellezze per i quali lo aveva creato e che gli attireranno lode, ringraziamento e adorazione.
Nel Vangelo, Gesù insegna ai suoi discepoli che nessuno fu più grande di Giovanni il Battista, tuttavia, il più piccolo del Regno dei cieli è ancora più grande di lui.
Riflettiamo
Il Signore fa
grandi promesse al suo popolo e a ogni credente: crediamo veramente ad esse?
Quali sono i
doni del Signore ai quali dobbiamo aspirare maggiormente?
Credo che il
Signore non mi abbandona mai, ma mi soccorre sempre con la sua grazia?