6ª Domenica B Tempo Ordinario: Lo voglio, sii purificato!
6ª Domenica B Tempo Ordinario: Lo voglio, sii purificato!
Domenica scorsa la liturgia ha affrontato il problema del
dolore, la sofferenza e la malattia nell’esistenza umana. Questa domenica ci
presenta la sofferenza provocata da una delle malattie più devastanti e fonte
di maggiore emarginazione nel mondo: la lebbra. L’esempio e la parola di Gesù c’invitano
ad amare e servire questi fratelli grandemente sofferenti.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Lv 13, 1-2. 45-46:
1Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: 2"Se
qualcuno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che
faccia sospettare una piaga di lebbra, quel tale sarà condotto dal sacerdote
Aronne o da qualcuno dei sacerdoti, suoi figli. 45Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate
e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando:
"Impuro! Impuro!". 46Sarà impuro
finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori
dell'accampamento.
1Cor 10, 31-11,1: 31Dunque, sia che mangiate sia che beviate sia che facciate qualsiasi altra
cosa, fate tutto per la gloria di Dio. 32Non siate motivo di
scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio; 33così
come io mi sforzo di piacere a tutti in tutto, senza cercare il mio interesse
ma quello di molti, perché giungano alla salvezza. 11,1Diventate
miei imitatori, come io lo sono di Cristo.
Mc 1, 40-45: In
quel tempo, 40venne
da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: "Se
vuoi, puoi purificarmi!". 41Ne ebbe compassione, tese la mano,
lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". 42E
subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E,
ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e
gli disse: "Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti
al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto,
come testimonianza per loro". 45Ma quello si allontanò e si
mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare
pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a
lui da ogni parte.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Dall’antichità a oggi la lebbra è fonte di grande
emarginazione delle persone. In Israele il lebbroso doveva portare
vesti strappate, capo scoperto, velarsi, gridare "Impuro! Impuro!",
vivere solo, lontano dall’abitato. Tutto ciò aggiungeva al dolore fisico già
grave, la condizione umana, ancor più dolorosa e degradante, di essere impuro e
inavvicinabile.
Il Vangelo mostra il comportamento amoroso e misericordioso di Gesù verso di loro, che infrange ogni rigida legge e divieto di toccarli. Per guarirli li tocca e si lascia toccare. Questi suoi gesti mostrano che nel suo Regno le leggi sono la misericordia e l'amore. Esse vincono tutte le forze del male che insidiano la vita umana: malattie, peccato e morte.
Nel Vangelo, le guarigioni mettono in evidenza che la lotta ai mali, vittoriosamente iniziata da Gesù, non terminerà fino a che essi non siano tutti vinti.
Gesù non vuole che i guariti parlino di lui, ma la gioia dei lebbrosi, guariti nel corpo, nello spirito e riammessi nella comunità, è tale che lo magnificano ovunque a gran voce. Da ogni parte altri lebbrosi accorrono a lui e le folle lo circondano.
La Chiesa seguì l’esempio di Gesù. Fin dai primi tempi, lungo i secoli e tuttora fu prima e unica a prendersi cura di questi infelici.
Anche oggi, in tutto il mondo, li ama, li serve, li cura e li aiuta, perché possano guarire e reinserirsi nella vita normale. In questo senso, la lettera di Paolo esorta i cristiani a sforzarsi di piacere a tutti in tutto, senza cercare il proprio interesse, ma operando per il bene di quanti Dio vuole portare alla salvezza.
Il Vangelo mostra il comportamento amoroso e misericordioso di Gesù verso di loro, che infrange ogni rigida legge e divieto di toccarli. Per guarirli li tocca e si lascia toccare. Questi suoi gesti mostrano che nel suo Regno le leggi sono la misericordia e l'amore. Esse vincono tutte le forze del male che insidiano la vita umana: malattie, peccato e morte.
Nel Vangelo, le guarigioni mettono in evidenza che la lotta ai mali, vittoriosamente iniziata da Gesù, non terminerà fino a che essi non siano tutti vinti.
Gesù non vuole che i guariti parlino di lui, ma la gioia dei lebbrosi, guariti nel corpo, nello spirito e riammessi nella comunità, è tale che lo magnificano ovunque a gran voce. Da ogni parte altri lebbrosi accorrono a lui e le folle lo circondano.
La Chiesa seguì l’esempio di Gesù. Fin dai primi tempi, lungo i secoli e tuttora fu prima e unica a prendersi cura di questi infelici.
Anche oggi, in tutto il mondo, li ama, li serve, li cura e li aiuta, perché possano guarire e reinserirsi nella vita normale. In questo senso, la lettera di Paolo esorta i cristiani a sforzarsi di piacere a tutti in tutto, senza cercare il proprio interesse, ma operando per il bene di quanti Dio vuole portare alla salvezza.
Riflessione
Perché nell’Antico
Testamento i lebbrosi erano trattati così duramente?
Come trattò Gesù il lebbroso, che lo
supplicava: se vuoi, puoi purificarmi?
Il lebbroso guarito come reagi alla
compassione amorosa di Gesù?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“Risanaci, o Padre,
dal peccato che ci divide, e dalle discriminazioni che ci avviliscono; aiutaci
a scorgere anche nel volto del lebbroso l’immagine di Cristo sanguinante sulla
croce, per collaborare all’opera della redenzione e narrare ai fratelli la tua
misericordia”.