Commento CCC a YouCat Domanda n. 521. I. + Mercoledì II sett. Di Pasqua
YOUCAT Domanda n. 521 - Parte I. Che cosa significa: «Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra»?
(Risposta Youcat) Quando preghiamo perché il volere di
Dio si affermi universalmente, chiediamo che sulla terra e nel nostro cuore
avvenga ciò che già avviene in cielo.
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2857) Nel “Padre nostro” le prime tre domande hanno
come oggetto la gloria del Padre: la santificazione del nome, l'avvento del
regno e il compimento della volontà divina. Le altre quattro presentano a lui i
nostri desideri: queste domande riguardano la nostra vita per nutrirla e
guarirla dal peccato, e si ricollegano al nostro combattimento per la vittoria
del bene sul male.
Per meditare
(Commento
Youcat) Finché ci basiamo sui nostri piani, sulla
nostra volontà e sulle nostre rappresentazioni mentali, la terra non può
diventare come il cielo. Chi vuole una cosa e chi un'altra. Ma troviamo la
nostra felicità solo quando tutti insieme vogliamo ciò che Dio vuole; per
questo pregare significa fare spazio sulla terra, a poco a poco, al volere di
Dio.
(Commento CCC) (CCC 2860) Nella terza domanda preghiamo il Padre nostro di
unire la nostra volontà a quella del Figlio suo, perché si compia il suo
disegno di salvezza nella vita del mondo. (CCC 2822) La volontà del Padre
nostro è “che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della
verità” (1Tm 2,4). Egli “usa pazienza […], non volendo che alcuno perisca” (2Pt
3,9) [Mt 18,14]. Il suo comandamento, che compendia tutti gli altri e ci
manifesta la sua volontà, è che ci amiamo gli uni gli altri, come egli ci ha
amato [Gv 13,34; 1Gv 3; 4; Lc 10,25-37].
(Continua la domanda: Che cosa significa: «Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra»?)
Mercoledì
La lettura dagli Atti
ci presenta il sinedrio che per invidia e gelosia imprigiona gli Apostoli, e
l’amorosa potenza di Dio che li protegge e li libera. Nel Vangelo, Gesù mostra
che Dio ama tanto il mondo da donarci il suo Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Ascoltiamo la Parola di Dio
At, 5, 17-26: In quei giorni, 17si
levò il sommo sacerdote con tutti quelli della sua parte, cioè la setta dei
sadducei, pieni di gelosia, 18e, presi gli apostoli, li gettarono
nella prigione pubblica. 19Ma, durante la notte, un angelo del
Signore aprì le porte del carcere, li condusse fuori e disse: 20"Andate
e proclamate al popolo, nel tempio, tutte queste parole di vita". 21Udito
questo, entrarono nel tempio sul far del giorno e si misero a insegnare. Quando
arrivò il sommo sacerdote con quelli della sua parte, convocarono il sinedrio,
cioè tutto il senato dei figli d'Israele; mandarono quindi a prelevare gli
apostoli nella prigione. 22Ma gli inservienti, giunti sul posto, non
li trovarono nel carcere e tornarono a riferire: 23"Abbiamo
trovato la prigione scrupolosamente sbarrata e le guardie che stavano davanti
alle porte, ma, quando abbiamo aperto, non vi abbiamo trovato nessuno". 24Udite
queste parole, il comandante delle guardie del tempio e i capi dei sacerdoti si
domandavano perplessi a loro riguardo che cosa fosse successo. 25In
quel momento arrivò un tale a riferire loro: "Ecco, gli uomini che avete
messo in carcere si trovano nel tempio a insegnare al popolo". 26Allora
il comandante uscì con gli inservienti e li condusse via, ma senza violenza,
per timore di essere lapidati dal popolo.
Gv 3, 16-21: In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: 16Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio
unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita
eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. 18Chi
crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché
non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio. 19E il
giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le
tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. 20Chiunque
infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non
vengano riprovate. 21Invece chi fa la verità viene verso la luce,
perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio".
Meditiamo con lo Spirito Santo
La lettura dagli Atti
presenta la gelosia, il livore, la rabbia e
l’impotenza di sommi sacerdoti e sadducei, che gettano in
prigione gli apostoli. Nella notte, però un angelo del Signore apre tutte le
porte del carcere e li libera dicendo: “Andate e proclamate al popolo, nel
tempio, tutte queste parole di vita”.
Sul far del giorno essi entrano nel
tempio e si mettono a insegnare. I sinedriti scoprono la prigione vuota. Tutti
sono stupiti e perplessi: comandante, guardie, capi e sacerdoti. Qualcuno li
avverte che gli Apostoli stanno insegnando nel Tempio. Allora guardie e
inservienti vanno a riprenderli, ma senza violenza, per paura di essere
lapidati dalla folla.
Gli Apostoli e la Chiesa non temono invidie, gelosie,
livori e rabbia, e continuano a testimoniare fedelmente e annunciare
coraggiosamente il Signore Risorto.
Nel Vangelo,
Gesù dice a Nicodemo alcune splendide verità: “Dio ha
tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui
non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. “Dio non ha mandato il Figlio nel
mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.
Mostra, quindi le conseguenze dolorose della mancanza di fede. Chi non crede
nel nome dell'Unigenito Figlio di Dio si giudica e condanna da sé. Il giudizio,
infatti, è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le
tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque fa il male,
infatti, odia la luce e la fugge, perché le sue opere non vengano scoperte e
condannate. Chi, invece, fa la verità si avvicina alla luce, perché appaia
chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.
Davanti al Figlio di Dio
che si è rivelato, quindi, ciascuno è responsabile della sua scelta. È salvo chi
crede in lui e lo accoglie, perché la vita eterna è già in lui.
Riflessione
Come reagiscono sinedrio, capi,
sacerdoti e guardie, scoprendo che la prigione è vuota?
Perché Dio ci ha tanto amato fino a donarci
il suo Figlio unigenito?
Dio ha mandato il suo Figlio per
condannare o per salvare il mondo?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“Concedi al tuo
popolo, Dio misericordioso, di proclamare la potenza del Signore risorto,
perché in lui, sacramento universale di salvezza, manifesti al mondo la pienezza
della vita nuova”.