6 agosto Trasfigurazione del Signore Anno B


6 agosto Trasfigurazione del Signore  Anno B


La celebrazione di oggi ricorda come il Signore Gesù Cristo anticipò l’ignominia e il dolore della sua passione e morte in croce, con una grandiosa manifestazione della sua gloria divina. 
In entrambe, Gesù illumina la dimensione pasquale e liturgica della sua vita e di tutta la vita cristiana. La voce del Padre preannuncia anche l’adozione a figli di quanti, accogliendo il suo Figlio prediletto, sono trasfigurati in lui.

Ascoltiamo la Parola di Dio 


Dn 7,9-10.13-14: 9Io continuavo a guardare, quand'ecco furono collocati troni e un vegliardo si assise. La sua veste era candida come la neve e i capelli del suo capo erano candidi come la lana; il suo trono era come vampe di fuoco con le ruote come fuoco ardente. 10Un fiume di fuoco scorreva e usciva dinanzi a lui, mille migliaia lo servivano e diecimila miriadi lo assistevano. La corte sedette e i libri furono aperti. 13Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco venire con le nubi del cielo uno simile a un figlio d'uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui. 14Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai, e il suo regno non sarà mai distrutto.

2Pt 1,16-19: Carissimi, 16vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: "Questi è il Figlio mio, l'amato, nel quale ho posto il mio compiacimento". 18Questa voce noi l'abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l'attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino.

(Mc 9,2-10): In quel tempo, 2Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: "Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". 6Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: "Questi è il Figlio mio, l'amato: ascoltatelo!". 8E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risorto dai morti. 10Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti. 

Meditiamo con lo Spirito Santo


Le due prime letture sono uguali in tutti i tre anni (A, B, C) i Vangeli, invece, cambiano. Nell’anno A abbiamo meditato il Vangelo di Matteo, quest’anno la liturgia c’invita a lasciarci guidare da Marco. 
Nel vangelo di Marco l’evento della trasfigurazione segna il punto centrale e culminante, unito alla confessione di Pietro di cui è la conferma più autorevole. 
Matteo descrive la nube luminosa, Marco parla di ombra. La voce che viene da essa giunge dal cielo, essendo la voce del Padre. Essa vuole dissipare dal cuore degli apostoli quell’incertezza, iniziata quando Gesù parlò per la prima volta della sua passione (Mc 8,31-35). 
La trasfigurazione, in sé misteriosa, avviene per consolare e incoraggiare i discepoli, quando, smarriti, vivranno gli eventi dolorosi della passione del loro Maestro Gesù. Essa, tuttavia, ha anche un significato più profondo e duraturo: quello di anticipare a tutti la gloria eterna della risurrezione, nella quale il Figlio di Dio entrerà mediante la sua passione e morte. 
Marco parla solo delle vesti di Gesù: “splendenti, bianchissime” e usa un paragone banale: “nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche”. Matteo e Luca, invece, parlano del persona di Cristo. 
Per Matteo: “il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce”. Luca annota: “il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante”. Nelle Scritture, il bianco è il colore proprio degli esseri celesti e le vesti bianche indicano la vita divina e la risurrezione. 
Questi dettagli, quindi, indicano una manifestazione veramente soprannaturale, nella quale la persona di Gesù è rivestita di gloria divina, come dopo la sua risurrezione (cf. 1Co 15,43; 2Co 5,4). 
Infine, la presenza di Mosè ed Elia testimonia la superiorità di Gesù come colui che perfeziona e completa sia la Legge che i Profeti. La nuvola attesta la particolare presenza di Dio, infatti la voce che risuona da essa è quella del Padre. Tutti i vangeli concludono l’evento con il suo invito riguardante Gesù: “ascoltatelo!”. 
Finita la grande visione, Gesù rimane solo nel suo aspetto consueto.    

Riflessione 


Che cosa significano nella Scrittura il colore e le vesti bianche? 

Che cosa significano Mosè ed Elia?

Perché nella trasfigurazione sono posti al fianco di Gesù?

Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa


O Dio, che nella gloriosa Trasfigurazione del Cristo Signore hai confermato i misteri della fede con la testimonianza della legge e dei profeti, e hai mirabilmente preannunciato la nostra definitiva adozione a tuoi figli, fa’ che ascoltiamo la parola del tuo amatissimo Figlio per divenire coeredi della sua vita immortale”. 

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