14 settembre: Esaltazione della Santa Croce
14 settembre: Esaltazione della Santa Croce
La festa in onore della S. Croce celebrata in Oriente nel
335, passò in Occidente nel secolo VII e fu istituita per celebrare il grande
mistero che essa rappresenta. La glorificazione (esaltazione) di Cristo
congiunge, nel supplizio della croce, sofferenza e glorificazione, redenzione e
salvezza.
Ascoltiamo la Parola di Dio
(Nm 21,4-9): In
quei giorni, 4il popolo non sopportò il
viaggio. 5Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: "Perché ci
avete fatto salire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui
non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero". 6Allora
il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e
un gran numero d'Israeliti morì. 7Il popolo venne da Mosè e disse:
"Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te;
supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti". Mosè pregò per
il popolo. 8Il Signore disse a Mosè: "Fatti un serpente e
mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in
vita". 9Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra
l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente
di bronzo, restava in vita.
(Gv 3,15-17): In
quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: 13“Nessuno è mai salito al cielo,
se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. 14E come
Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio
dell'uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia
la vita eterna. 16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il
Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la
vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui”.
Meditiamo con lo Spirito Santo
La festa di oggi celebra il fatto e il mistero del Figlio di
Dio che, per salvare l’umanità, si sottomise al supplizio più indegno e crudele,
riservato agli schiavi. Questo suo sacrificio trasformò la morte più infame in gloria
perenne, rendendo la croce simbolo di fede e compendio d’amore.
Gli apostoli
evangelizzarono il mondo predicando Gesù Cristo crocifisso e risorto e
invitando i credenti a condividere con lui le proprie croci quotidiane, per redimere
l’umanità e partecipare alla sua gloria divina.
Da allora, i seguaci di Cristo,
per suo amore affrontano con lui: difficoltà, persecuzioni, disprezzi, ingiurie,
sofferenze e martirio, per salvare i propri fratelli. È questo il significato di
essere crocifissi con Cristo, espresso
nelle Scritture.
Da Gesù crocifisso, infatti, scaturì la Chiesa, che rivive e annuncia
senza fine la passione e morte di Cristo, al fine di redimere gli uomini e farli
partecipare alla gloria del Risorto. Tutto questo ha trasformato la croce, da supplizio
mortale orrendo, in albero di vita, trono
di gloria, altare di salvezza, nuova alleanza e unica speranza.
Nel segno
della croce i battezzati annunciano la morte gloriosa di Cristo.
La prima
lettura ricorda che gli israeliti, avendo mormorato e parlato contro il Signore,
caddero preda di mortali serpenti velenosi.
Il Signore disse a Mosè di fare un serpente di bronzo e innalzarlo su un'asta,
perché i morsi dai serpenti lo guardassero e restassero in vita.
Nel Vangelo,
Gesù dice a Nicodemo che il Figlio dell'uomo dev’essere innalzato come
il serpente di Mosè, perché chiunque crede in lui abbia la
vita eterna. Dio, infatti, ama tanto il mondo da mandare il suo Figlio per
salvarlo. Chi crede in lui ha la vita eterna. . Proclamiamo sempre, quindi, che Gesù Cristo è il Signore, a
gloria di Dio Padre.
Riflessione
Che cosa celebrano la Chiesa e la liturgia nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce?
Perché la Croce, supplizio crudele, è diventata segno di
fede, d’amore e di gloria?
Che cosa succede a chi guarda con fede e amore il Figlio di
Dio innalzato sulla croce?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“O Padre, che hai
voluto salvare gli uomini con la morte in croce del Cristo tuo Figlio, concedi
a noi che abbiamo conosciuto in terra il suo mistero di amore, di godere i
frutti della redenzione nel cielo”.