11 luglio: S. Benedetto patrono d’Europa
11 luglio: S. Benedetto patrono d’Europa
Ancora giovane
Benedetto si dedicò alla vita eremitica, poi fondò il primo cenobio a Subiaco e il grande monastero
di Montecassino. Nella sua Regola, il monaco alterna momenti di orazione,
celebrazione liturgica e lavoro, in un’atmosfera di raccoglimento, di carità e
di pace. Benedetto morì nel 547 ed è il patriarca dei monaci d’Occidente. Paolo
VI lo proclamò patrono dell’Europa.
Ascoltiamo la Parola di Dio
(Pr
2,1-9): 1Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole e
custodirai in te i miei precetti, 2tendendo il tuo orecchio alla
sapienza, inclinando il tuo cuore alla prudenza, 3se appunto
invocherai l'intelligenza e rivolgerai la tua voce alla prudenza, 4se
la ricercherai come l'argento e per averla scaverai come per i tesori, 5allora
comprenderai il timore del Signore e troverai la conoscenza di Dio, 6perché
il Signore dà la sapienza, dalla sua bocca escono scienza e prudenza. 7Egli
riserva ai giusti il successo, è scudo a coloro che agiscono con rettitudine, 8vegliando
sui sentieri della giustizia e proteggendo le vie dei suoi fedeli. 9Allora
comprenderai l'equità e la giustizia, la rettitudine e tutte le vie del bene,
(Mt
19,27-29): In quel
tempo, 27Pietro disse a Gesù: "Ecco, noi
abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?". 28E
Gesù disse loro: “In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il
Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del
mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù
d'Israele. 29Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o
padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e
avrà in eredità la vita eterna”.
Meditiamo con lo Spirito Santo
La prima lettura, dal libro dei Proverbi, sviluppa il discorso sulla Sapienza, con l’atteggiamento e il linguaggio di un buon padre che esorta il
proprio figlio a dedicarsi con docilità a conoscere la sapienza.
Questa
dedizione produce, in chi la attua, una grande ricompensa, ossia il possesso di
una grande quantità di doni, uno più prezioso dell’altro.
Fra essi vi sono: la prudenza, l'intelligenza, la conoscenza del Signore, il
timore del Signore, il successo, la rettitudine, l'equità, la giustizia e il
cammino in tutte le vie del bene.
A chi cerca di vivere queste realtà, il
Signore promette il successo riservato ai giusti. Promette, inoltre, di essere
sempre scudo e protezione di coloro che agiscono con rettitudine e confidano in
lui.
Egli veglierà sulle loro vie di giustizia e li proteggerà.
La conseguenza
più preziosa del timor di Dio è la scoperta, comprensione e attuazione delle
virtù che compendiano il nostro rapporto con Dio: giustizia, diritto ed equità.
Esse costituiscono la felicità dell’uomo.
Il Vangelo ripropone la domanda di
Pietro a Gesù: che cosa si ricava abbandondo tutto per seguirlo? Gesù
risponde non solo agli apostoli ma a tutti quelli che lo seguono,
rinunciando a tutto per lui.
Egli promette la piena realizzazione di se stessi,
in questa vita, e la ricompensa eterna nel regno messianico.
La misura del
centuplo indica una ricompensa spirituale che vale infinitamente di più di tutto quanto si lascia, poiché il seme del Regno,
caduto in terreno buono, frutta il centuplo.
Il premio della vita eterna,
invece, riguarda il futuro ed è la ricompensa divina, frutto della
sovrabbondante bontà e misericordia di Dio.
I discepoli che hanno seguito il Figlio di Dio
siederanno accanto al suo trono di gloria, su dodici troni a giudicare le
dodici tribù d'Israele.
È un linguaggi simbolico che indica la condivisione
della stessa gloria e beatitudine del Signore Gesù per tutta l‘eternità.
Riflessione
Che cosa significa vivere secondo la
Sapienza?
Quali sono i vantaggi di coloro che
cercano e si sforzano di vivere secondo la sapienza?
Che cosa promette Gesù a quanti
abbandonano tutto per seguirlo?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“O Dio, che hai scelto san Benedetto abate e
lo hai costituito maestro di coloro che dedicano la vita al tuo servizio,
concedi anche a noi di non anteporre nulla all’amore del Cristo e di correre
con cuore libero e ardente nella via dei tuoi precetti”.