Matteo 4,18-22 chiama i primi discepoli

Chiamata dei primi discepoli
(Mt 4,18-22) Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare perché erano pescatori. E disse loro: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. (CCC n. 858) Gesù è l'inviato del Padre. Fin dall'inizio del suo ministero, "chiamò a quelli che egli volle [...]. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare" (Mc 3,13-14). Da quel momento essi saranno i suoi "inviati" (è questo il significato del termine greco apostoli). In loro Gesù continua la sua missione: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi" (Gv 20,21; 13,20; 17,18). Il loro ministero è quindi la continuazione della sua missione: "Chi accoglie voi, accoglie me", dice ai Dodici (Mt 10,40). (CCC n. 859) Gesù li unisce alla missione che ha ricevuto dal Padre. Come "il Figlio da sé non può fare nulla" (Gv 5,19.30), ma riceve tutto dal Padre che lo ha inviato, così coloro che Gesù invia non possono fare nulla senza di lui, dal quale ricevono il mandato della missione e il potere di compierla. Gli Apostoli di Cristo sanno di essere resi da Dio "ministri adatti di una Nuova Alleanza" (2 Cor 3,6), "ministri di Dio" (2 Cor 6,4), "ambasciatori per Cristo" (2 Cor 5,20), "ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio" (1 Cor 4,1).

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