Matteo 5,43-48 l'amore verso i nemici

L'amore verso i nemici
(Mt 5, 43-48) "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste". (CCC n. 1825) Cristo è morto per amore verso di noi, quando eravamo ancora "nemici" (Rm 5,10). Il Signore ci chiede di amare come lui, perfino i nostri nemici, di farci prossimo del più lontano (Lc 10, 27-37), di amare i bambini (Mc 9,37) e i poveri come lui stesso (Mt 25,40. 45). (CCC n. 2842) Questo "come" non è unico nell'insegnamento di Gesù: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste" (Mt 5,48); "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro" (lc 6,36); "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amati, così amatevi anche voi" (Gv 13,34). E' impossibile osservare il comandamento del Signore, se si tratta di imitare il modello divino dall'esterno. Si tratta invece di una partecipazione vitale, che scaturisce "dalla profondità del cuore", alla santità, alla misericordia, all'amore del nostro Dio. Soltanto lo Spirito, del quale "viviamo" (Gal 5,25) può fare "nostri" i medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù (Fil 2,1. 5). Allora diventa possibile l'unità del perdono, perdonarci "a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo" (Ef 4,32). (CCC n. 1932) Il dovere di farsi il prossimo degli altri e di servirli attivamente diventa ancora più urgente quando costoro sono particolarmente bisognosi, sotto qualsiasi aspetto. "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più pccoli, l'avete fatto a me" (Mt 25,40). (CCC n. 1933) Questo stesso dovere comprende anche coloro che pensano od operano diversamente da noi. L'insegnamento di Cristo arriva fino a chiedere il perdono delle offese. Estende il comandamento dell'amore, che è quello della Legge nuova, a tutti i nemici (Mt 5, 43-44).

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