Matteo 5,17-19 il compimento della legge

Il compimento della legge
(Mt 5,17-19) "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli". (CCC n. 577) Gesù ha fatto una solenne precisazione all'inizio del discorso della montagna, quando ha presentato, alla luce della grazia della Nuova Alleanza, la Legge data da Dio sul Sinai al momento della prima alleanza: "Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento". (CCC n. 592) Gesù non ha abolito la Legge del Sinai, ma l'ha portata a compimento con una tale perfezione (Gv 8,46) da rivelarne il senso ultimo (Mt 5,33) e da riscattarne le trasgressioni (Eb 9,15). (CCC n. 1966) La legge nuova è la grazia dello Spirito Santo data ai fedeli in virtù della fede in Cristo. Essa opera mediante la carità, si serve del discorso del Signore sulla montagna per insegnarci ciò che si deve fare, e dei sacramenti per comunicarci la grazia di farlo. (CCC n. 1968) La legge evangelica dà compimento ai comandamenti della Legge. Il discorso del Signore sulla montagna, lungi dall'abolire o dal togliere valore alle prescrizioni morali della Legge antica, ne svela le virtualità nascoste e ne fa scaturire nuove esigenze: ne mette in luce tutta la verità divina e umana. Esso non aggiunge nuovi precetti esteriori, ma arriva a riformare la radice delle azioni, il cuore, là dove l'uomo sceglie fra il puro e l'impuro (Mt 15,18-19), dove si sviluppano la fede, la speranza e la carità e, con queste, le altre virtù. Così il Vangelo porta la Legge alla sua pienezza mediante l'imitazione della perfezione del Padre celeste, il perdono dei nemici e la preghiera per i persecutori, sull'esempio della magnanimità divina (Mt 5,44). (CCC n. 2053) La sequela di Gesù implica l'osservanza dei comandamenti. La Legge non è abolita (Mt 5,17), ma l'uomo è invitato a ritrovarla nella persona del suo Maestro, che ne è il compimento perfetto. Nei tre Vangeli sinottici, l'appello di Gesù, rivolto al giovane ricco, a seguirlo nell'obbedienza del discepolo e nell'osservanza dei comandamenti, è accostato all'esortazione alla povertà e alla castità (Mt 19,6-12. 21. 23-29). I consigli evangelici sono indissociabili dai comandamenti.

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