Marco 1,1-8 predicazione di Giovanni Battista

Vangelo di Marco
Capitolo 1°
(Mc 1,1-8) Predicazione di Giovanni Battista
[1] Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. [2] Come è scritto nel profeta Isaia: Ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. [3] Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, [4] si presentò Giovanni a battezzare nel deserto, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. [5] Accorreva a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. [6] Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, si cibava di locuste e miele selvatico [7] e predicava: "Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. [8] Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo". (CCC 422) “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l'adozione a figli” (Gal 4,4-5). Ecco la Buona Novella riguardante “Gesù Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1): Dio ha visitato il suo popolo, [Lc 1,68] ha adempiuto le promesse fatte ad Abramo ed alla sua discendenza; [Lc 1,55] ed è andato oltre ogni attesa: ha mandato il suo “Figlio prediletto” Mc 1,11). (CCC 515) I Vangeli sono scritti da uomini che sono stati tra i primi a credere [Mc 1,1; Gv 21,24] e che vogliono condividere con altri la loro fede. Avendo conosciuto, nella fede, chi è Gesù, hanno potuto scorgere e fare scorgere in tutta la sua vita terrena le tracce del suo Mistero. Dalle fasce della sua nascita, [Lc 2,7] fino all'aceto della sua passione [Mt 27,48] e al sudario della Risurrezione, [Gv 20,7] tutto nella vita di Gesù è segno del suo Mistero. Attraverso i suoi gesti, i suoi miracoli, le sue parole, è stato rivelato che “in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9). In tal modo la sua umanità appare come “il sacramento”, cioè il segno e lo strumento della sua divinità e della salvezza che egli reca: ciò che era visibile nella sua vita terrena condusse al Mistero invisibile della sua filiazione divina e della sua missione redentrice.

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