Mc 4,1-9 Parabola del seminatore

Vangelo di Marco capitolo 4°
(Mc 4,1-9) Parabola del seminatore
[1] Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. [2] Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: [3] "Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. [4] Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. [5] Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; [6] ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. [7] Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. [8] E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno". [9] E diceva: "Chi ha orecchi per intendere intenda!". (CCC 546) Gesù chiama ad entrare nel Regno servendosi delle parabole, elemento tipico del suo insegnamento [Mc 4,33-34]. Con esse egli invita al banchetto del Regno, [Mt 22,1-14] ma chiede anche una scelta radicale: per acquistare il Regno, è necessario “vendere” tutto; [Mt 13,44-45] le parole non bastano, occorrono i fatti [Mt 21,28-32]. Le parabole sono come specchi per l'uomo: accoglie la Parola come un terreno arido o come un terreno buono? [Mt 13,3-9] Che uso fa dei talenti ricevuti? [Mt 25,14-30]. Al cuore delle parabole stanno velatamente Gesù e la presenza del Regno in questo mondo. Occorre entrare nel Regno, cioè diventare discepoli di Cristo per “conoscere i Misteri del Regno dei cieli” (Mt 13,11). Per coloro che rimangono “fuori”, [Mc 4,11] tutto resta enigmatico [Mt 13,10-15]. (CCC 2708) La meditazione mette in azione il pensiero, l'immaginazione, l'emozione e il desiderio. Questa mobilitazione è necessaria per approfondire le convinzioni di fede, suscitare la conversione del cuore e rafforzare la volontà di seguire Cristo. La preghiera cristiana di preferenza si sofferma a meditare “i misteri di Cristo”, come nella “lectio divina” o nel Rosario. Questa forma di riflessione orante ha un grande valore, ma la preghiera cristiana deve tendere più lontano: alla conoscenza d'amore del Signore Gesù, all'unione con lui. (CCC 547) Gesù accompagna le sue parole con numerosi “miracoli, prodigi e segni” (At 2,22), i quali manifestano che in lui il Regno è presente. Attestano che Gesù è il Messia annunziato [Lc 7,18-23].

Post più popolari