Mc 4,26-29 Parabola del seme

(Mc 4,26-29) Parabola del seme

[26] Diceva: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; [27] dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. [28] Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. [29] Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura". (CCC 543) Tutti gli uomini sono chiamati ad entrare nel Regno. Annunziato dapprima ai figli di Israele, [Mt 10,5-7] questo Regno messianico è destinato ad accogliere gli uomini di tutte le nazioni [Mt 8,11; Mt 28,19]. Per accedervi, è necessario accogliere la Parola di Gesù: La Parola del Signore è paragonata appunto al seme che viene seminato in un campo: quelli che l'ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo hanno accolto il Regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria germoglia e cresce fino al tempo del raccolto [Lumen gentium, 5]. (CCC 1228) Il Battesimo è un bagno d'acqua nel quale “il seme incorruttibiledella Parola di Dio produce il suo effetto vivificante [1Pt 1,23; Ef 5,26]. Sant'Agostino dirà del Battesimo: “Si unisce la parola all'elemento, e nasce il sacramento” (Accedit verbum ad elementum, et fit Sacramentum) [Sant'Agostino, In Evangelium Johannis tractatus, 80, 3].

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