Matteo 10,21-25 persecuzioni e perseveranza

Persecuzioni e perseveranza
(Mt 10,21-25) Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Un discepolo non è più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familari! (CCC n. 161) Credere in Gesù Cristo e in colui che l'ha mandato per la nostra salvezza, è necessario per essere salvati (Mc 16,16; Gv 3,36; 6,40). "Poiché senza la fede è impossibile essere graditi a Dio" (Eb 11,6) e condividere la condizione di suoi figli, nessuno può mai essere giustificato senza di essa e nessuno conseguirà la vita eterna se non "Persevererà in essa sino alla fine" (Mt 10,22; 24,13). (CCC n. 765) I Dodici (Mc 6,7) e gli altri discepoli (Lc 10,1-2) partecipano alla missione di Cristo, al suo potere, ma anche alla sua sorte (Mt 10,25; Gv 15,20). Attraverso tutte queste azioni Cristo prepara ed edifica la sua Chiesa.

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