Matteo 11,1-6 Gesù risponde al Battista

Domanda di Giovanni Battista, risposta di Gesù
(Mt 11,1-6) Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città. Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?". Gesù rispose: "andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me". (CCC n 548) I segni compiuti da Gesù testimoniano che il Padre lo ha mandato (Gv 5,36; 10,25). Essi sollecitano a credere in lui (Gv 10,38). A coloro che si rivolgono con fede egli concede ciò che domandano (Gv 10,38). Allora i miracoli rendono più salda la fede in colui che compie le opere del Padre suo: testimoniano che egli è il Figlio di Dio (Gv 10,31-38). Ma possono anche essere motivo di scandalo (Mt 11,6). Non mirano a soddisfare la curiosità e i desideri di qualcosa di magico. Nonostante i suoi miracoli tanto evidenti, Gesù è rifiutato da alcuni (Gv 11, 47,48); lo si accusa perfino di agire per mezzo dei demoni (Mc 3,22). (CCC n. 549) Liberando alcuni uomini dai mali terreni della fame (Gv 6,5-15), dell'ingiustizia (Lc 19,8), della malattia e della morte (Mt 11,5), Gesù ha posto alcuni segni messianici; egli non è venuto tuttavia per eliminare tutti i mali di quaggiù (Lc 12,13-14; Gv 18,36), ma per liberare gli uomini dalla più grave delle schiavitù: quella del peccato (Gv 8, 34-36), che li ostacola nella loro vocazione di figli di Dio e causa tutti i loro asservimenti umani.

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