Matteo 18,6-9 contro gli scandali

Contro ogni occasione di male (scandali)
(Mt 18,6-9) "Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco". (CCC n. 2284) Lo scandalo è l'atteggiamento o il comportamento che induce altri a compiere il male. Chi scandalizza si fa tentatore del suo prossimo. Attenta alla virtù e alla rettitudine; può trascinare il proprio fratello alla morte spirituale. Lo scandalo costituisce una colpa grave se chi lo provoca con azione o omissione induce deliberatamente altri in una grave mancanza. (CCC n. 2286) Lo scandalo può essere provocato dalla legge o dalle istituzioni, dalla moda o dall'opinione pubblica. Così si rendono colpevoli di scandalo coloro che promuovono leggi o strutture sociali che portano alla degradazione dei costumi e alla corruzione della vita religiosa, o a "condizioni sociali che, volutamente o no, rendono ardua o praticamente impossibile una condotta di vita cristiana, conformata ai precetti del Sommo Legislatore". La stessa cosa vale per i capi di imprese i quali danno regolamenti che inducono alla frode, per i maestri che "esasperano" i loro allievi (Ef 6,4; Col 3,21) o per coloro che, manipolando l'opinione pubblica, la sviano dai valori morali. (CCC n. 2285) Lo scandalo assume una gravità particolare a motivo dell'autorità di coloro che lo causano o della debolezza di coloro che lo subiscono. [...] E' grave quando a provocarlo sono coloro che, per natura o funzione, sono tenuti ad insegnare e ad educare gli altri.

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