Matteo 20,20-28 servire e non dominare

Servire e non dominare
(Mt 20,20-28) Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli, e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: "Che cosa vuoi?". Gli rispose: "Di' che questi miei figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno". Rispose Gesù: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che sto per bere?". Gli dicono: "Lo possiamo". Ed egli soggiunse: "Il mio calice lo berrete; però non sta a me concedere che vi sediate alla mia destra o alla mia sinistra, ma è per coloro per i quali è stato preparato dal Padre mio". Gli atri dieci, udito questo, si sdegnarono con i due fratelli; ma Gesù, chiamatili a sé, disse: "I capi delle nazioni, voi lo sapete, dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere tra voi; ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo, e colui che vorrà essere il primo tra voi, si farà vostro schiavo; appunto come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti". (CCC n. 2235) Coloro che sono rivestiti di autorità la devono esercitare come un servizio. "Colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo" (Mt 20,26). L'esercizio di una autorità è moralmente delimitato dalla sua origine divina, dalla sua natura ragionevole e dal suo oggetto specifico. Nessuno può comandare o istituire ciò che è contrario alla dignità delle persone e alla legge naturale. (CCC n. 440) Gesù ha accettato la professione di fede di Pietro che lo riconosceva quale Messia, annunziando la passione ormai vicina del Figlio dell'uomo (Mt 16,16-23). Egli ha così svelato il senso autentico della sua regalità messianica, nell'identità trascendente del Figlio dell'uomo "che è disceso dal cielo" (Gv 3,13; 6,62; Dn 7,13), come pure nella sua missione redentrice quale Servo sofferente: "Il Figlio dell'uomo [...] non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" (Mt 20,80; Is 53,10-12). Per questo il vero senso della sua regalità si manifesta soltanto dall'alto della croce (Gv 19,19-22; Lc 23,39-49). Solo dopo la sua risurrezone, la sua regalità messianica potrà essere proclamata da Pietro davanti al popolo di Dio: "Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!" (At 2,36).

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