Matteo 23,23-28 Gesù condanna ipocrisia e esteriorità

Gesù condanna l'ipocrisia e le osservanze puramente esteriori
(Mt 23,23-28) "Guai a voi scribi e farisei ipocriti che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l'esterno del bicchiere e del piatto mentre all'interno sono pieni di rapina e d'intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l'interno del bicchiere, perché anche l'esterno diventi netto! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati; essi all'esterno sono belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume. Così anche voi apparite giusti all'esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d'ipocrisia e d'iniquità". (CCC n. 2111) La superstizione è la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio quando si attribuisce un'importanza esagerata a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie. Attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione (Mt 23, 16-22). (CCC n. 2464) L'ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri. Questa norma morale deriva dalla vocazione del popolo santo ad essere testimone del suo Dio il quale è verità e vuole la verità. Le offese alla verità esprimono, con parole o azioni, un rifiuto di impegnarsi nella rettitudine morale: sono profonde infedeltà a Dio e, in tal senso, scalzano le basi dell'Alleanza. (CCC n. 2465) L'Antico Testamento attesta: Dio è sorgente di ogni verità. La sua Parola è verità (Prv 8,7; 2 Sam 7,28). La sua Legge è verità (Sal 119,142). La sua "fedeltà dura per ogni generazione" (Sal 119,90; Lc 1,50). Poiché Dio è il "Verace" (Rm 3,4), i membri del suo popolo sono chiamati a vivere nella verità (Sal 119,30). (CCC n. 2468) La verità in quanto rettitudine dell'agire e del parlare umano è detta veracità, sincerità o franchezza. La verità o veracità è la virtù che consiste nel mostrarsi veri nei propri atti e nell'affermare il vero nelle proprie parole, rifuggendo dalla doppiezza, dalla simulazione, e dall'ipocrisia.

Post più popolari