Matteo 26,17-25 preparativi cena pasquale, annunzio tradimento

Preparazione della cena pasquale, annunzio del tradimento
(Mt 26,17-25) Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?". Ed egli rispose: "Andate in città, da un tale, e ditegli: il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli". I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù e prepararono la Pasqua. Venuta la sera si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: "In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà". Ed essi addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?". Ed egli rispose: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per lui se non fosse mai nato!". Giuda, il traditore, disse: "Rabbi sono forse io?". Gli rispose: "Tu l'hai detto". (CCC n. 610) La libera offerta che Gesù fa di se stesso ha la sua più alta espressione nella Cena consumata con i dodici Apostoli (Mt 26,20) nella "notte in cui veniva tradito" (1 Cor 11,23). La vigilia della sua passione, Gesù, quand'era ancora libero, ha fatto di quest'ultima Cena con i suoi Apostoli il memoriale della volontaria offerta di sé al Padre (1 Cor 5,7) per la salvezza degli uomini: "Questo è il mio corpo che è dato per voi" (Lc 22,19). "Questo è il mio sangue dell'Alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati" (Mt 26,28).

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