Matteo 26,6-13 unzione di Betania

L'unzione di Betania
(Mt 26,6-13) Mentre Gesù si trovava a Betania, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa. I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo spreco? Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo ai poveri!". Ma Gesù, accortosene, disse loro: "Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri, infatti, li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi avete. Versando questo olio sul mio corpo, lo ha fatto in vista della mia sepoltura. In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in ricordo di lei". (CCC n. 1293) Nel simbolismo biblico e antico, l'unzione presenta una grande ricchezza di significati: l'olio è segno di abbondanza (Dt 11,14) e di gioia (Sal 23,5; 104,15), purifica (unzione prima e dopo il bagno), rende agile (unzione degli atleti e dei lottatori); è segno di guarigione, poiché cura le contusioni e le piaghe (Is 1,6; Lc 10,24) e rende luminosi di bellezza, di salute e di forza. (CCC n. 438) La consacrazione messianica di Gesù rivela la sua missione divina. E', d'altronde, ciò che indica il suo stesso nome, perché nel nome di Cristo è sottinteso colui che ha unto, colui che è stato unto, e l'unzione stessa di cui è stato unto: colui che ha unto è il Padre, colui che è stato unto è il Figlio, ed è stato unto nello Spirito che è l'unzione. La sua consacrazione messianica eterna si è rivelata nel tempo della sua vita terrena nel momento in cui fu battezzato da Giovanni, quando Dio lo "consacrò in Spirito Santo e potenza" (At 10,38) "perché egli fosse fatto conoscere a Israele" (Gv 1,31) come suo Messia. Le sue opere e le sue parole lo riveleranno come "il Santo di Dio" ( Mc 1,24; Gv 6,69; At 3,14).

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